A Padova le parole d'ordine di Jacopo e Nicolò sono pochi ingredienti, semplici e naturali, e il rispetto della stagionalità per un gelato davvero straordinario
Credo di aver assaggiato il miglior gelato di sempre. E non immaginavo. Mi ci hanno portato Federico e Daniele, due che la sanno lunga sul gusto. Il posto è disarmante. Un negozietto nel quartiere Mortise, un quartiere periferico di Padova (via Madonna della Salute, 85 - tel. 3492184232) che non ha nulla di attraente.
Da Bepi non ci sono tanti tavolini, solo qualche posto a sedere per pochi in uno spazietto di fronte a quel buco di gelateria con porta e vetrina orizzontale che lavora tutti i giorni fino all’una di notte. Dietro al banco c’è Jacopo Braggion, 31 anni, che è nato nel gelato, giacché la gelateria di famiglia è stata fondata nel 1937. E loro, i fratelli Jacopo e Nicolò, hanno visto soltanto pochi ingredienti, semplici, naturali. E non si sono mossi da lì. Per loro il gelato non ha basi precostituite, non ha gusti strani se non quelli delle migliori materie prime del mondo. E alla fine, dopo l’assaggio, provi sul palato una freschezza infinita, anziché quella sete che ti lasciano i gelati fasulli, figli di polveri e alchimie moderne. Questo gelato lo digerisci, lo apprezzi, lo ripensi, sapendo che Bepi è capace di fare piatti da gourmet, anche con i formaggi.
Dal banco, intravedi il laboratorio, piccolo ed essenziale, con le macchine verticali che tirano fuori gelati a tutte le ore. E il ricambio è veloce, perché in questo quartiere arrivano da tutta Padova e oltre. Detto questo credo che Padova sia la capitale non solo di una certa pasticceria raffinata, ma anche del gelato. C’è come un Dna che hanno i padovani e da quello non si muovono.
Mi è piaciuto, a Golosaria, il gelato di quelle ragazze, Mami Gelato al Volo, che erano lì con il carrettino (e di loro parleremo prossimamente perché sono brave), mentre ho scoperto che il maestro di un’altra gelateria del cuore (Centrale Gelato Caffè) che sta a Ospitaletto di Marcaria, in provincia di Mantova, era padovano.
Ma Bepi è un mostro di semplicità e di freschezza che ha un credo molto affine alla nostra sensibilità: la stagionalità.
Inizio i miei assaggi con la frutta: fragola (che freschezza!). È il gusto più inflazionato ma assaggiarla qui a maggio è spettacolo puro. Anche il limone è fantastico, il cedro, la pera williams e persino il sedano, di una pulizia esemplare. Superbi i gusti al pistacchio e alla nocciola Piemonte, ma anche il caffè moka, la liquirizia fino al cioccolato fondente e al croccantino al rhum. Da Bepi potete trovare anche i gusti salati, come quelli al formaggio come gorgonzola, taleggio e pecorino e alle erbe aromatiche come salvia, basilico e rosmarino.
Le granite alla mandorla, limone e pistacchio sono una crema finissima, che portano sempre la firma distintiva di questo gelatiere della semplicità. Che fa quel gelato che m’ha impressionato al primo assaggio, con latte intero al 30%, fragole fresche al 40%, acqua, zucchero e farina di semi di carruba come stabilizzante. E così per il cioccolato fondente, per la vaniglia, dove c’è la ricerca del meglio abbinato alla disarmante semplicità di una famiglia di gelatieri che, avendo fatto sempre così, oggi tornano di grande attualità. E spiazzano!