L’amico Carletto Bergaglio, farmacista in Portacomaro, abitante in Gavi, usava un termine assai forte quando alcune notizie non coincidevano con la verità: “Orinare sulla storia”. Ora, in questa settimana qualche discrepanza l’abbiamo registrata anche noi.

Iniziando dalla visita di Papa Francesco ad Asti, che qualche giornalista ha indicato essere nelle Langhe, ignorando l’esistenza del Monferrato, che persino nelle carte geografiche dei musei vaticani del 1500 figura come il territorio preponderante del Piemonte.
monferrato.jpgIl Monferrato rappresentato in una carta geografica del 1500 esposta ai Musei VaticaniGLI AGNOLOTTI SAREBBERO SOLO DEL PLIN (?)
Carla, la cugina del Papa che ha compiuto i 90 anni ha cucinato per il suo ospite gli agnolotti, che immediatamente sono diventati del plin, mentre abbiamo seri dubbi che si tratti di quella specie, che è appannaggio delle Langhe. Nell’Astigiano l’agnolotto è quello quadrato, che ha persino la De.Co. (denominazione comunale). (Dubbio lecito, anche se la soluzione non salverà le sorti dell’umanità)
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L'articolo uscito su Il Corriere della Sera di lunedì 21 novembreLA BAGNACAODA CON IL LATTE?
È in corso il Bagnacaoda day e sui social gira il tutorial di un cuoco che si picca d’essere depositario della tradizione. Peccato che la sua tradizione preveda di mettere l’aglio nel latte, ignaro del fatto che si usi invece la Barbera. Latte, panna, burro sono ingredienti che risultano ostici – a molti appassionati – rispetto alla ricetta pura. Che rivendichiamo: aglio (meglio se di Vessalico), olio (extravergine di oliva ligure), acciughe (sotto sale) e Barbera per stemperare. (De gustibus)
aglio-latte.jpgLA PIZZA CONTEMPORANEA CON LE FORBICI (?)
Report, la nota trasmissione televisiva di Rai 3 è tornata, con l’ottimo Bernardo Iovine, a parlare della pizza, portando alla ribalta un’interpretazione assai curiosa: la pizza contemporanea sarebbe napoletana e si taglierebbe con le forbici. Oddio, la pizza tagliata con le forbici mi fa ribrezzo al solo pensiero, ma anche sapere che la pizza contemporanea sarebbe nata a Napoli è un falso, ancor più che il nome lo suggerì chi sta scrivendo questo articolo quando nel 2011 venne stilato a Vighizzolo d’Este il manifesto in 10 punti della Pizza Contemporanea, nome che fino ad allora non è mai esistito.
manifesto_pizza_contemporanea.jpgIl Manifesto della Pizza Contemporanea Vighizzolo d’Este è in Veneto e il manifesto, questo sì, fu una rivoluzione di fronte a una tradizione appassita che considerava la pizza alla stregua di una commodity. Ora, sentire che la patria di questa rivoluzione sarebbe Napoli (e Simone Padoan o Renato Bosco dove li mettiamo?) e che la sua interpretazione sarebbe quella di tagliarla con le forbici è semplicemente un falso senza fondamento, montato da un qualche pizzaiolo alquanto stravagante. (Come la chiameranno quella da tagliare col bisturi?)
pizza-forbici.jpgA Report la pizza contemporanea tagliata con le forbiciLE GUIDE AI RISTORANTI SONO SOLO 4?
Secondo il prolifico Maurizio Bertera, che scrive sull’edizione bresciana del Corriere della Sera, le guide da prendere in considerazione sono solo 4. La guida del Gambero Rosso (eccerto: ci collabora lui stesso, essendo un coordinatore regionale), la guida Michelin (lo avevamo capito dagli articoli prolifici usciti a sua firma prima e dopo la presentazione); quindi la guida di Osterie d’Italia e infine quella dell’Espresso che era uscita in Primavera. Silenzio assoluto per IlGolosario Ristoranti. E come mai? Ha dato fastidio che fosse a Porta a Porta fra le guide nazionali? In ogni caso ci vuole un bel coraggio a ignorare la guida che cita più ristoranti della provincia di Brescia, in assoluto. Chissà, forse il prossimo anno potremmo ambire a una citazione, magari al posto della guida dell’Espresso che, a oggi, non si capisce se e come sarà, anche perché il curatore in pectore, Andrea Grignaffini, nel frattempo ha firmato per un’altra guida: “Milano e Lombardia a Tavola” di Alberto Cauzzi. (Misteri padani)
brescia.jpgL'articolo uscito su Il Corriere della Sera domenica 27 novembreBOLLICINE SECCHE COL PANETTONE (?)
Ci sta che a Palazzo Roccabruna di Trento, fino all’8 gennaio, si possano degustare tutte le tipologie di Trentodoc. Meno ci sta che per rappresentare l’iniziativa esca una foto ben impostata con le famose bollicine di montagna trentine accanto a un panettone. Un errore da matita blu è infatti quello di abbinare uno spumante secco al dolce, secondo la scuola dell’associazione italiana sommelier. L’acidità del vino si somma a quella del dolce e provoca tutt’altro che armonia, cosa che invece è garantita con un vino dolce (Asti o Fior d’Arancio), al massimo con un demi sec. Ma quando c’è da vendere, a quanto pare, non si va molto per il sottile e quindi va bene tutto: anche che la gente chiami Prosecco tutto ciò che è bollicina, Trentodoc compreso. (Sigh!)

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Foto tratta dall'articolo pubblicato su La Repubblica lunedì 28 novembre

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