Ostaia da ü Santü: Genova nel piatto

Ci sono tavole dove è sempre un piacere tornare. Da ü Santü (Genova - via al Santuario delle Grazie, 33 – tel. 0106130477 – www.ostaiadausantu.com) è una di queste. Si trova sulle prime alture di Voltri, in un luogo bucolico. Con l'auto, proprio alla fine del quartiere, che collima con la fine geografica di Genova, bisogna salire verso il Santuario delle Grazie e imboccare una breve strada stretta e ripida. Parcheggiato, si percorrono, nel verde, i 150 metri che separano dalla trattoria. Ed ecco una vecchia casa contadina, con spiazzo davanti, e i tavoloni di legno spesso all'ombra di una pergola di vigna e canniccio, il giardino con l'orto, il prato per i bambini, le erbe aromatiche in fiore. All'orizzonte, il mare e Genova. Una meraviglia, d'estate. Ma anche in inverno, all'interno, in una saletta semplice, dal calore antico, domestico.

Gianni Barbieri, il patron, accoglie al tavolo. In cucina, Silvana, la moglie, sintetizza mirabilmente la tradizione ligure di terra. In inverno si comincia con panissa e salumi, in estate col piattino di brandacuiun, accompagnato da una fetta di pomodoro su cui svetta un'acciuga salata e un nonnulla di mosciame. Esemplari i primi: dai pansoti col sugo di noci, alle trofie al pesto, fino alle fettuccine alla salvia col ragù di lepre. Capitando qui d'inverno, non si può rifiutare il minestrone di verdure alla genovese, con quel cucchiaio di pesto a far la differenza. E se c'è, il cappon magro, fatto all'antica, piatto quasi unico, da assaggiare almeno una volta nella vita.

Ma la portata da non perdere sono senz'altro i secondi, che elencano una sequela di piatti da vera felicità. È spettacolare l'agnelletto arrosto con patate o carciofi; fresca e saporita l'insalata di stoccafisso con noci e pinoli; fragrante e contadino il coniglio arrosto al rosmarino. Impeccabili anche cima e acciughe alla ligure. Crostata di ricotta e frutti di bosco, vellutata di cioccolato con i canestrelli, budino al forno, per chiudere in bellezza. La cantina è discreta, e il vino della casa non è affatto disprezzabile. Per quattro piatti si spendono poco più di 30 euro: il rapporto prezzo/felicità è alto.

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