Pasta fatta in casa e carrello di arrosti e bolliti, le glorie di un menu che celebra la cucina tradizionale veronese

La prima volta ci andammo seguendo la segnalazione di Edoardo Raspelli che aveva inserito questo indirizzo tra i suoi locali del cuore, in una piccola guida che era uscita in allegato al settimanale Il Sabato. Il piacere di avere trovato un locale affidabile ha fatto sì che, tornando noi ogni anno a Verona per il Vinitaly, le soste da Ciccarelli (via Mantovana 171 - tel. 045953986) a Madonna di Dossobuono, frazione di Verona, siano state molteplici.

Nei giorni scorsi, ancora una volta, questa soddisfazione, perché quando si cerca un indirizzo dove la tradizione gastronomica veronese sia celebrata con rispetto, la deviazione qui, non delude. Attenzione. Questo non è uno di quei locali “finti”, che di una volta non hanno nulla. Qui tutto è schietto, genuino. Sembra un set di Don Camillo e Peppone, il colpo d’occhio che si ha arrivando, con la chiesina e la casetta gialla in cui è ospitato il ristorante, che vi accoglie con il parcheggio riservato alla clientela. All’interno, appena oltre l’ingresso, lo spazio bar con bottiglie e prodotti in esposizione,  il pianoforte, le foto con i vip di patron Renato Castioni, il diploma dell’onorificenza da lui ricevuta dal Presidente della Repubblica che lo ha nominato Cavaliere, le immagini di Padre Pio e Papa Francesco.

Al di là di una porticina, una saletta raccolta, quindi la grande sala da pranzo piacevolmente trattoriesca, con le travi a vista e un buon numero di tavoli, ben distanziati. Seguiti in sala da camerieri in camicia bianca e grembiule nero, con una bottiglia della discreta selezione, o con uno dei buoni vini proposti a bicchiere, per voi, i piatti che, come è scritto sul menu, da oltre mezzo secolo seguono la regola “del non cambiare, non per pigrizia o mancanza di fantasia, ma per tradizione, anzi per rispetto della tradizione, sia della cucina sia del locale”, con l’intento di far scoprire la cucina tipica veronese.

Per voi, antipasto Ciccarelli con polenta, gorgonzola, soppressa, pancetta arrotolata e fegatini di pollo, poi pasta e fagioli, tagliatelline in brodo o ai 3 sughi (pomodoro, ragù di vitello e fegatini di pollo), o tortellini in brodo o con burro e salvia, con tutta la pasta che è fatta a mano. Ora, ecco il carrello, con la trionfale proposta di arrosti e bolliti che sono gloria del locale e, va detto, sono la principale attrattiva, e che vi verranno serviti accompagnati da salsa Pearà, salsa verde e kren e verdure. Con un buon dolce che sceglierete dal carrello, chiuderete una sosta dal fascino antico.  

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