In questa sosta sarete piacevolmente colpiti dall'accoglienza della famiglia Malaguti, da un menu aderente alla stagionalità con materie prime selezionate e da una ricca cantina

Imperdibile deviazione segnata nei taccuini dei globetrotter che bazzicano la A13 fin da prima che questa strada fosse concepita. A Sant'Agostino di Ferrara in via del Bosco, 2 (tel. 0532/84098 - http://www.trattorialarosa1908.it/), da tre generazioni la famiglia Malaguti gestisce questa trattoria, La Rosa, che rimane oggi simbolo di un format sempre più ricercato e attuale.

All’inizio furono i classici piatti: tagliatelle al ragù, tortellini in brodo, pollo alla cacciatora, friggione, a rendere famoso questo luogo, meritandosi ogni riconoscimento gastronomico. Mentre nelle cucine di mezzo mondo entrano le mode, le tendenze, l’idea di fusione tra le regioni e poi tra i popoli, qui tutto è fedele a se stesso. Qui le parole di Sant’Agostino risuonano con una certa coerenza forse perché il paesino porta il suo nome: “Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro.”

Ancora oggi i classici sono un motivo sufficiente per affrontare un viaggio dedicato, in particolare nel momento del tartufo bianco del vicino bosco della Panfilia un'area golenale del Reno ai margini del paese. Oggi la famiglia Malaguti è ancora unita qui a portare avanti non solo una tradizione ma uno stile. Vi colpirà, entrerà nella vostra personalissima classifica dei posti del cuore. Ne sono certo. Furono colpiti dal recente terromoto creando qualche problema anche alla cantina vini di oltre 400 referenze che oggi ritrovate a prezzi davvero regionevoli.

Tutto vi stupirà: l’accorglienza di Francesco, la scelta della materie prime, l’aderenza del menu alla stagionalità e la disarmante semplicità con cui si impara a conoscere la tradizione. E pure il conto! Un esempio di artigianato vero, di filiera corta, di un paesino che viene illuminato da una meta gastronomica in cui da alcuni anni è possibile fermarsi a dormire.

I figli portano avanti l’attività di catering, i nipoti, ancora piccoli, aspettano le tagliatelle della nonna che dalla cucina non mancano mai.

Nell’ultima visita ci siamo innamorati dell’insalata di asparagi crudi, reggiano di collina e olio di Biancolilla e del baccalà fritto con tartufo nero per antipasto, il risotto alla parmigiana con funghi "spugnòle" nostrane. Tra la terra e le valli non poteva mancare l’anguilla in doppia cottura: fritta e in "umido" diventa in fretta un piatto da memorizzare e da recensire!

In menu erano presenti anche la battuta di carne cruda, lo sformato di verdure, i passatelli asciutti con ragù bianco e tartufo nero, i quadrucci "tutto piselli" (pasta, ripieno e condimento) e reggiano di collina, il maialino da latte con crema di verdure, la trota salmonata con purè di sedano e broccoli all'acciuga. Tra i dolci: la torta di tagliatelle; la mousse di cioccolato bianco, lamponi, gel di bergamotto e granella di pistacchi; il fiordilatte al caramello.

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