Poco distante dal Po e da piazza Vittorio Veneto si assaporano piatti che parlano piemontese accanto ad altri più “esotici”
A Torino da Camilla’s Kitchen sarete accolti dall’eleganza appena un po’ minimalista delle due salette, sobria nei toni ma perfetta nell’apparecchiatura e nella posateria. E un valore aggiunto non da poco è la preziosa presenza in sala di un professionista del calibro di Angelo Susigan, soprattutto quando una serata non troppo affollata, come quella che è capitata a noi, gli consente di seguire più da vicino i suoi ospiti. E pazienza se, come purtroppo non è infrequente nei palazzi d’epoca (siamo in via Maria Vittoria, 49/B – tel. 0118170253), la pessima acustica crea qualche difficoltà alla conversazione ai tavoli.
Ottimo l’appetizer caldo d’apertura, mentre non tutti convincenti ci sono sembrati gli assaggi nella degustazione di antipasti piemontesi: troppo solida la salsa tonnata, nonché insufficiente per valorizzare correttamente la carne, e alquanto insignificante la sottile girella di manzo affumicata.
Gradevoli e interessanti, invece, gli “esotici” paccheri di Gragnano, triglie, fagioli dall’occhio, mentre avrebbero meritato una più coraggiosa definizione dei sapori i tajarin 40 tuorli col comodino delle Langhe. Meglio, decisamente meglio, l’originale finanziera borghese di Torino, piatto migliore della serata: qui finalmente si riconosce la mano sicura di uno chef del calibro di Riccardo Ferrero.
Chiudiamo con un corretto semifreddo al torroncino con spuma di zabaione e con una piacevole piccola pasticceria che accompagna il caffè.
Carta dei vini in evoluzione, dal buon rapporto qualità/prezzo.
NOTA DELLA REDAZIONE: una nota di merito al ristorante Camilla's Kitchen va per il menu in box preparato per il servizio di food delivery Fanceat (che vi abbiamo raccontato qui). In particolare per gli agnolotti ai tre arrosti, da gustare da soli dopo una breve bollitura per assaporarne la ricchezza del ripieno.
