Un'osteria linda dove la cucina è un crescendo, dagli antipasti al trionfo dei dolci

Mi avevano parlato di Doro, Antica Trattoria di Solagna (Vi), non lontano da Bassano del Grappa. Ma che fosse di più di quanto uno potesse aspettarsi è stata una vera sorpresa.

Intanto quando arrivi (in Via Ferracina, 38 - tel. 0424816026) c’è subito il bar, con gli astanti vocianti che parlano del più e del meno. La sala ristorante è dietro, sulla sinistra un corridoio ti immette in un ambiente da osteria linda, con le fotografie dei vecchi alle pareti, qualche ninnolo, il mobile delle case contadine di un tempo dove mettere i liquori.

Ci serve Serse Stevan, un giovane davvero bravo che subito presenta una carta dei vini incredilmente ricca di biodinamici e di vini del cuore. C’è il Barbacarlo di Maga Lino, ci sono i vini di Cà dei Noci e altre 30 referenze tutte curiorse. Persino il vino a bicchiere è di un produttore biologico dei Colli Euganei. Serse è il nipote di Giovanni Scapin l’istrionico cuoco che divide i fornelli con la moglie Anna, che ha metà origini piemontesi, della Val Maira. Per questo in carta trovi il bonette, che fra l’altro sarà eseguito in maniera fantastica.

Ma qui si viene per tante specialità: la cipolla ripiena, oppure la trota servita in tre modi (in saor, mousse, oppure il panino di trota). Sapori decisi quelli di questa cucina, per esempio con le polpettine di aringa e carciofi, mentre come in ogni cucina solenne non può mancare il paté di fegato di coniglio con le mele.

Fra i primi ci siamo deliziati con una corroborante vellutata di finocchi, arricchita dallo gnocco freddo di cappuccio e farro. C'erano anche i gargati al ragù bianco, i bigoli con l’aringa, la zuppa di cipolla e il risotto con la zucca (lui ha un Vialone Nano biologico particolare). Intanto arriva anche il pane fatto in casa in due versioni, da assaggiare con una ricotta affumicata.

Sui secondi applausi per il coniglio in salsa peverada, davvero perfetto, ma anche l’involtino di verza con verdure miste ricotta e pan grattugiato. Da manuale la trippa alla parmigiana.

Sui dolci oltre al bonette al cioccolato, era radioso lo strudel di mele, ma anche il semifreddo realizzato con banane biologiche. Giovanni, alla fine della cena, si è seduto con me ed ha aperto una bottiglia di Picolit che gli aveva regalato un parroco. E qui mi sono commosso.
Non pensavo che esistessero ancora dei luoghi dell’anima come questi, dove la cucina è un crescendo, secondo una vecchia scuola, che ha un trionfo con i dolci. Voglio tornare! Al più presto!

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