In quello che era il vecchio macello di San Maurizio Canavese, questo moderno e accogliente ristorante-hostaria

Ci piace subito chiarire un punto iniziale importante. Il nome del locale deriva dall'originale destinazione, cioè il mattatoio di S. Maurizio in cui si macellavano le carni bovine della zona, diventato poi macelleria storica e oggi ritrasformato in moderno e accogliente ristorante-hostaria, ma una domanda sorge spontanea: siamo all'interno di un'osteria, come direbbe il nome deciso dai proprietari, o in un ristorante arredato e pensato in chiave moderna prendendo spunto dalla storia del passato? Noi propendiamo per la seconda ipotesi e il tono del servizio, una certa ricercatezza nella proposta dei piatti che, pur partendo dalla tradizione verace della zona, cerca abbinamenti e variazioni innovative, il livello dei prezzi nonché una lista vini assai ragionata, ce lo confermano appieno.

Ora addentriamoci sulle sensazioni che la sosta gastronomica ci ha stimolato. Già abbiamo detto di quanto la cucina si ispiri alla tradizione canavesana e piemontese e alla ricerca delle materie prime locali o comunque di identificazione certificata, a questo possiamo aggiungere che lo chef e patron Antonio Furolo con la collaborazione della moglie Fasia e di un buon collaudato staff sanno trasformare le stesse materie prime in gradevoli composizioni finali di sapore deciso e appagante. Se una critica vogliamo portarle, in qualche caso il sapore di un componente risulta troppo prevaricante (è il caso dei tajarin freschi al ragù di salame di Turgia con crema di peperoni, in cui il peperone soffocava il gusto della Turgia) ma, nel complesso, la cucina ci è parsa all'altezza del locale.

Due scelte di materie prime ci sono particolarmente piaciute e a esse non abbiamo resistito. La prima è stata la mortadella tartufata di Modena servita come preantipasto con un calice di Erbaluce brut Cieck e la seconda la proposta tra gli antipasti del prosciutto crudo di Cuneo Dop 27 mesi servito con peperone ripieno e plum-cake salato con verdure, pinoli, noci e uvetta.

Come antipasti abbiamo scelto l'immancabile battuta di Fassone al coltello con cialda di parmigiano e la crudité di asparagi di Santena con uovo poché e fonduta di gorgonzola. Come primi piatti abbiamo degustato un classico di agnolotti al sugo d'arrosto e un più tipico tajarin al ragù di salame di Turgia, di cui abbiamo scritto.
I secondi prevedevano hamburger di tonno, tournedos di Fassone e altre carni, ma la curiosità di provare un piatto storico del Piemonte non più così presente nelle proposte dei ristoratori è prevalsa e allora sul nostro tavolo è comparsa la famosa finanziera e l'attesa è stata ricompensata, il piatto era buono ed eseguito secondo i canoni tradizionali.
Tra i dessert ci ha incuriosito la dovizia di gelati fatti in casa e abbiamo ordinato il loro sorbetto al cioccolato (una versione di gelato senza uova) accompagnato da un buon rhum: ma purtroppo siamo stati avvisati che dovevamo aspettare 10 minuti essendo ancora in lavorazione. Abbiamo deciso per l'attesa ma i dieci minuti sono diventati più di mezz'ora e il sorbetto-gelato è stato servito ancora troppo morbido, ma il cacao utilizzato era di qualità.

Carta dei vini con buon assortimento non solo regionale, ma perché non tenere in lista oltre gli Erbaluce anche il Carema, importante vino del territorio? Noi abbiamo bevuto un interessante Nebbiolo Capisme-e 2016 di Domenico Clerico. 

In sintesi buona cucina e locale con evidenti pretese di qualità. Forse per accoglienza e servizio qualche miglioramento penso sia possibile e, visto il livello del locale, qualche piatto vegetariano o vegano in aggiunta non guasterebbe. Gli aspetti positivi sono comunque già un’ottima base di partenza.

Ristorante Hostaria del Vecchio Macello
fraz. Ceretta - via Torino, 70
San Maurizio Canavese (To)
tel. 011 9279901    

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