Un’altra settimana a Roma, è stata l’occasione per andare a provare una serie di ristoranti, vecchi e nuovi, che compariranno (o forse no) sulla nostra prossima guida

Ora, la sosta all’Epiro (piazza Epiro, 25 - tel. 0669317603) di Roma è stata davvero confortante e mostra una certa continuità nei contenuti. Spettacolare la carta dei vini, con un’offerta a bicchiere divertente, ricca di chicche bio che non t’aspetteresti. Il personale è gentile e molto coinvolto. I prezzi sono decisamente invoglianti e nulla supera i 12 euro. C’è uno spazio dehors molto ampio oppure la saletta all'interno. Per me baccalà in pastella e friggitelli, una trippa alla romana da manuale, gli gnocchi di patate con ragù di totani e il maccarello arrosto e vignarola. Siamo in una trattoria moderna della nostra predilezione, dove il faccino radioso è confermato a tutto tondo. Bravi!




La sera dopo eccomi al Bistrot 64 (via Calderini, 64 - tel. 63235531), che sembra rimasto come allora, nonostante la conquista della stella Michelin. Qui offrono tre menu degustazione a 50, 60 e 80 euro. Arriva una pagnotta appena sfornata, con le farine Petra e un amuse bouche. Fra gli antipasti lo spaghetto di patate burro e alici, la crocchetta di topinambur, roveja e pomodoro, il baccalà, zucchine e crudo di verdure. Fra i primi proviamo un classico: la carbonara, realizzata come si deve e le mezzelune di cicoria, calamaretti e pomodorini davvero buone. Ai secondi una corretta zuppa di gallinella, quinoa e aglio nero e l’agnello con carciofi e stracciatella. Fantastici i dolci: giallo (crema chantilly, pan di spagna, passion fruit) e verde (avocado, spinaci, panna e fragola). Una bella soddisfazione, una trattoria di lusso che merita il faccino radioso, in odor di corona. Bravi! 
 
 

Cena preparatoria in un locale che farà molto parlare di sé. Si tratta del ristorante Adelaide inserito all’interno del nuovo hotel 5 stelle lusso Vilòn (via dell’Arancio 69 - tel. 06878187). Qui bisogna venire per il cocktail che prepara Magdalena Rodriguez, barman molto preparata, ma anche per le colazioni aperti al pubblico, dove c’è una teoria di uova che mi dicono essere unica. Il giovane chef ha la mano sicura. Dei nostri assaggi: 'Mbuttunat (calamaro arrosto ripieno di scarola, olive, alici e uvette con salsa di provola affumicata al carbone vegetale e crema di scarola), Fish & Cheap (mantecato di pesce azzurro con erbe tra tre cialde di patate, cipster, pak-choi e prezzemolo), Un pizzico di Roma (plin ripieno di vitello alla fornarina, spuma di patate, cipolla in agrodolce e polvere di sedano), Capriccio d'estate (linguine di Gragnano mantecate con i ricci di mare, carpaccio di pezzogna, menta, capperi e limone candito), Via de' Fienaroli (agnello della marcigliana cotto al fieno affumicato, polpetta cacio e ova, manto alle erbe). Si conclude con i dessert: Come una crostata (un fondo di pasta frolla bretone con creme al lampone e al limone, composta di frutti di bosco, frutti di bosco freschi e chips di ananas) e Tu vuo' fa' l'Americana (brownie alla banana con semifreddo di noci pecan, composta di banana e banane caramellate). Per ora la sua cucina ci ha davvero convinti, ma lo riproveremo più avanti.



 


Apoteosi invece all'Osteria Fernanda (via Crescenzo del Monte, 18/24 - tel. 065894333) dove il cuoco Davide Del Duca ci ha fatto vivere un’esperienza di maturità che ci ha sorpresi. Davvero impeccabili tutti i piatti, a cominciare dagli amuse bouche (cialda di chinoa fritta con mix di carote, fegatino di pollo al curry verde con gel al mandarino, roll di alga nori con tartare di ombrina e marshmallow di rucola con salsa di alici). Vini a bicchiere con una selezione superiore a qualsiasi altra esperienza. Per noi il coniglio con topinambur ed elicrisio, il calamaro ripieno, il raviolo al tuorlo d’uovo con parmigiano, carne cruda e porro e un piatto eccezionale, il Pane di sotto, realizzato con legumi, fiori ed erbe. Ai secondi una faraona con tartufo nero acetosella e fieno, accanto ad anguilla con riso acido, rape e campari oppure il merluzzo con kumquat fermentato e riccio. C’era anche il piccione con nocciola e radici. Ai dolci il cioccolato con dragoncello messicano e la spuma d’aglio nero con bucce di tuberi. Fernanda entra di diritto fra i ristoranti con la corona della nostra guida: la miglior esperienza dei primi giorni romani. Le prossime: la Zia e Pianostrada in due recensioni a parte. 

 

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