Per gustare una cucina del territorio interpretata con sensibilità nell'atmosfera elegante di un fascinoso palazzo del Cinquecento


Prenotare da I Caffi (via Scatilizzi 15 - tel. 0144 325206) è un ottimo pretesto per riscoprire il fascino sottile di Acqui Terme (Al) e dei suoi dintorni.

Diventata importante centro romano nonché una delle più importanti città termali dell'epoca, colpisce per la ricchezza dei suoi reperti storici, uno su tutti i resti dell'acquedotto romano, per il fascino delle sue rigogliose acque termali che invitano alla prova dell'assaggio nella scenografica "Bollente" sull'omonima piazza.
Città di cultura millenaria, città in cui il cibo e soprattutto il vino hanno sempre giocato un ruolo economico e culturale di grande rilievo.

I Caffi poi è locale che rappresenta appieno la storia del territorio. All'interno del fascinoso ex Palazzo Comunale del 1500 con la sala da pranzo ambientata nella già Stanza del Sindaco nel bel mezzo del ghetto di anteguerra memoria, oggi ristrutturato e riportato a nuova vita con localini di ogni genere. Il menu, nella sua attenta lettura, ha confermato quanto il locale ha sempre proposto negli anni.

La cucina di mamma Bruna, autodidatta, è sempre fedele alla tradizione, alla sua terra e oggi la collaborazione con la figlia Sara e il genero Piero in sala l'hanno aiutata a rinnovare, adeguare i piatti ai tempi nostri con inserimenti sapienti di piatti di pesce tanto da far persuasi che I Caffi è per eccellenza sinonimo di cucina piemontese di qualità, cucina non sorda alle lusinghe della vicina Liguria e interpretata da una chef con una sensibilità assolutamente contemporanea.

Noi abbiamo goduto di un pranzo piacevolissimo con cibo, servizio, accoglienza di alto livello tanto da chiederci cosa ci era sfuggito che non fosse stato all'altezza. Forse la carta dei vini, in realtà molto completa e ricca con ampia presenza delle eccellenze del territorio? No, lo escludo. E abbiamo anche sperimentato la possibilità di avere vino al calice con piena soddisfazione. Il servizio poi non ha offerto, ai nostri occhi, manchevolezze e la cordialità, giusta e non invadente del personale, ha posto tutti a proprio agio.

Dopo una piccola proposta della cucina a base di insalata russa, gli antipasti da noi scelti – l’insalatina di stagione con la frutta, petto di quaglia, olio e frutto della passione e aceto balsamico, la carne cruda di fassona battuta al coltello, il guazzetto di asparagi, uovo croccante e fonduta di parmigiano e crostatina di erbette di campo con gelato di ricotta – sono stati un ottimo inizio. Piatti gustosi, ben presentati, di ottimo livello, eccellenti le materie prime.

I primi piatti sono stati le tagliatelle con ragù bianco di anatra, il raviolone di carciofi con cuore di Roccaverano (di grande equilibrio e ricco di gusto) e le tagliatelle al nero di seppia con gli scampi.

Nella carta dei secondi, il sottofiletto di vitello e il carré di agnello con materie prime tutte rigorosamente piemontesi, abbiamo optato per il coniglio disossato con aceto balsamico e carciofi e le guance di maialino iberico alla birra: coniglio buono, guancia da segnalare per la cottura con la birra che le conferisce un po' di acidità e ammorbidisce il sapore e la grassezza del maialino. Piatto davvero interessante.  

Intelligente la possibilità di scegliere anche i (5 piatti a 65 euro, 85 con i vini), menu piccolo (4 piatti a 55 euro), menu di mare (sempre 4 piatti a 65 euro) scegliendo liberamente i piatti dalla carta senza imposizione. L'unico menu fisso rimane quello dello chef a 120 euro. Nel mio caso, poi, ulteriore bonus, avendo scelto dalla carta quattro portate mi sono state addebitati solo 55 euro (il totale dei 4 piatti era superiore) come avessi optato per il piccolo menu.

Per nota di cronaca I Caffi hanno nei locali vicini, un pochino meno eleganti e più casual, il loro Bistrot-Brasserie con piatti più semplici e carni fatte tradizionalmente alla griglia.

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