A Castelbianco trovate un'accoglienza calorosa, una cucina di livello e un'interessante cantina per una sosta memorabile

Cisano sul Neva, Zuccarello, Castelbianco, Erli, Castelvecchio di Rocca Barbena, Nasino. I paesi che fanno parte della Val Pennavaire hanno nomi immaginifici che evocano altitudini, smerli e cibo conquistato a fatica con panorami in picchiata. Arrivando dal Cuneese si scende verso le creste calcaree del monte Galero e del Colle San Bernardo, in un paesaggio fortemente connotato composto da fasce coltivate, olivi, essenze mediterranee, forti militari ottocenteschi, il tutto con il mare a strapiombo in lontananza. Questa mescolanza fa sì che si trovino prodotti quali i fagioli "pelandroni", le albicocche "valeggia", le pesche "michelin", oltre naturalmente a zucchine trombette, pomodori, carciofi e asparagi della piana albenganese.

A Castelbianco (Sv), antica via del sale, dove l'antico castello fungeva da rocca di avvistamento e da riscossione gabelle, uno dei motivi per fermarsi è lo storico ristorante da Gin (Via Pennavaire, 99 - tel. 018277001) della famiglia Fenocchio. E la gestione di Marino e famiglia sarà veramente unica, con una gentilezza e una passione che vi coinvolgerà subito, fatta di amore per questi luoghi e rispetto dei ritmi della cucina e della natura.

Nel loro locale lucente, dove sceglierete la vostra bottiglia direttamente dall'interessante cantina, ritroverete negli arredi tutti quei materiali che richiamano il territorio. Su ogni tavolo, quasi a trasmettervi il senso dei luoghi e della cucina, troverete un ciottolo del fiume che scorre poco sotto, così come l'orto vicino fornisce gustose verdure, in un connubio con le carni dove ricorrono le escursioni nella vicina cucina piemontese.

Accompagnati dai coinvolgenti racconti di Marino, si parte con una gustosissima gelatina di cuore di bue con maionese vegana all'aglio di Vessalico come preantipasto, prima della “pittorica” tavolozza di antipasti: tonno di coniglio con verdure marinate e olio alle erbe aromatiche, budino di barbabietola con maionese alla lavanda e cialda alla curcuma, fagottino con funghi, fagiolini con uovo marinato e meringa salata, crostatina di melanzane, piatti che vi daranno subito il “polso” delle loro scelte nelle materie prime. Veramente particolari gli gnocchi di patate affumicate in casa con polvere di cipolla caramellata, pomodori secchi e basilico e il maialino di Cinta Senese cotto a bassa temperatura con riccioli di patate, un piatto così costruito da sembrare una scultura.
Si chiude con dessert creativi e fantasiosi come il parfait alle spezie e caffè di grande livello, complice il fatto che il titolare è assaggiatore di caffè.

Una bellissima esperienza e un posto sicuramente dove tornare, sfruttando magari la possibilità di pernottamento nel loro albergo.

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