Una tappa imperdibile a Venezia per provare l'unicità del connubio della cucina veneta e di quella toscana in un ambiente che invita alla convivialità

Da Ivo S. Marco è una vera e propria pietra miliare nella ristorazione veneziana (Calle Fuseri, 1809 - tel. 041.5205889 - www.ristorantedaivo.it), un locale vocato all’ospitalità maiuscola e alla cucina di tradizione tra Veneto e Toscana, ma non soltanto.

Il nome del ristorante arriva da Ivo Natali, cuoco di Pescia nel pistoiese che proprio qui iniziò la sua avventura lagunare. Con lui Giovanni Fracassi, veneziano, figlio di ristoratori e attuale patron, iniziò a lavorare in sala intessendo un rapporto che lo ha condotto a ereditare la conduzione di questo luogo di soddisfazione golosa.

Girovagando attorno al Teatro La Fenice, il pensiero che sovviene è che sia giunto il momento di una buona cena. Tra una calle e un ponte lo sguardo incrocia l’insegna “Da Ivo”, così viene da pensare a un segno divino: ci è venuto in mente così spesso e finalmente ci possiamo andare! Giovanni è sempre presente, in movimento costante tra i tavoli e la cucina: anche quando se ne sta fermo la sua presenza si sente ed è rassicurante. Istrionico e cordiale, scherzoso e ricco di novelle curiose da raccontare, incarna perfettamente il personaggio del padrone di casa.

L’ambiente è grazioso e intimo e sebbene a volte possa straripare di donne e uomini del jet set e nomi altisonanti, il clima casual e privo di codici invita a una serena convivialità. Tutto è rimasto così com’era in origine: il tovagliato rosso siglato dal nome del locale, le pentole di rame appese al soffitto, i quadri donati dagli innumerevoli artisti passati di qua, la finestra che si apre sul rio con l’approdo per le gondole. Unica eccezione è la cucina, nuova fiammante macchina da guerra per cuochi senza timore.

Si sa che Venezia è costellata di ristoranti, ma da Ivo bisogna passare per tre motivi: innanzitutto per provare l’unicità del connubio di due regioni gastronomicamente importanti come Veneto e Toscana, poi per assaggiare un dolce indimenticabile del quale scriveremo tra qualche riga e infine, la più importante, perché Venezia non può iniziare che da Ivo.

Come non cominciare con l’antipasto di stagione (ma non solo), un vero e proprio piatto portabandiera della laguna? Moeche fritte, le vere moeche calde e croccanti, dorate e fragranti come il pane appena sfornato, un’esperienza irrinunciabile che crea dipendenza!
Tra le proposte dei primi piatti ci s’imbatte tra una ribollita che corrobora o un caciucco viareggino verace e virtuoso come il mare che ne bagna la costa. Volendo tuffarsi metaforicamente in Laguna è difficile non farsi tentare dallo spaghetto con gamberi e scampi, per non parlare invece dei tagliolini al tartufo, gustosissimo simbolo di terra! E ogni piatto ha la sua storia da raccontare. 

Non manca la carne e la fiorentina al carbone di ulivo si presenta perfettamente al sangue, morbida e burrosa al coltello. Se invece volessimo un pesce va scelto il branzino al forno con patate e carciofi, in cui si può percepire la qualità della materia: carni sode e verdure dal sapore deciso.
Eccoci al dolce, classico, ma di quei classici che ci piacerebbe trovare sempre: un generoso zabaione che oltre ad essere montato espresso è arricchito da una cospicua grattata di tartufo bianco: una vera e propria apoteosi dei sensi. E siccome si è reso conto di quanto siamo golosi, Giovanni si è preoccupato di invitarci a tornare, perché questa volta non ha in carta le deliziose fragoline di bosco all’aceto di vino rosso! 

La cantina è ben fornita e spazia senza lacune su tutta la penisola con un occhio di riguardo alle due regioni protagoniste, con belle proposte di vini stranieri ed etichette di nobili cantine. Per un pasto completo in un inimitabile contesto si spendono sui 120 € a persona.

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