A Pizzighettone, da Giacomo Verdelli, vini da favola e una cucina tradizionale che vale il viaggio

Ci sono strade che vale la pena percorrere ogni volta che se ne ha l'occasione. Sono quelle strade che attraversano paesi e campagne, in territori che le divinità del gusto sembrano aver scelto come luoghi della loro predilezione. Maleo sta alla cucina italiana come Rocchetta Tanaro sta al vino. Lì è iniziato il cammino che ha visto un gran numero di cuochi del nostro Paese affermarsi a livello internazionale. E lì si sono formate generazioni di grandi professionisti, che oggi rappresentano alfieri del gusto d'eccellenza della ristorazione nazionale. Tra questi, Giacomo Verdelli, gavetta e lunga esperienza al fianco del sommo Franco Colombani del Sole di Maleo, appunto, e oggi guida sicura di Da Giacomo (piazza Municipio 2 - tel. 0372730260) a Pizzighettone (Cr).

Vi aspetta nel cuore di questo borgo affascinante, appena al di là del ponte sul fiume Adda e della Torre del Guado, all'interno della cinta muraria (perfettamente conservata), e proprio di fronte alla chiesa di San Bassiano, sotto ai portici, di fianco al Municipio. L'ambiente è curato, con la Berkel rossa fiammante che vi dà il benvenuto, con la grande selezione di distillati di pregio che fa bella mostra di sé davanti all'ingresso, alle spalle del banco bar. Nella graziosa saletta, con i mattoni a vista e le pareti tinteggiate di giallo tenue, un numero contenuto di tavoli, alla giusta distanza, a dire che qui il cliente è a casa.

Giacomo è l'oste come lo intendiamo noi, con il gusto dell'accoglienza, il piacere della battuta e del racconto, una professionalità clamorosa, costruita con anni di lavoro serio (che quindi nulla ha a che vedere con l'approssimazione pasticciona che spesso è associata alla figura dell'oste, appunto), una passione e una conoscenza dei vini formidabile, dimostrata da quella sua cantina che è tra le più interessanti che possiate trovare, e l'attenzione nel servizio.

Ai fornelli Francesco Cremonesi, cuoco di talento vero, che con Giacomo ha intesa formidabile, e che nell'interpretazione della golosa, succulenta, autentica, cucina del territorio, ha davvero pochi rivali. Detto che se verrete qui nei prossimi giorni, imperdibili saranno i Fasulìn de l'öc cun le cùdeghe, specialità tradizionale della commemorazione dei defunti tipica della zona di Cremona, a base di fagioli dall'occhio e cotiche di maiale in umido, che vengono serviti in scodelle fumanti, o nella variante che firma Francesco, con la testina di vitello.
Con i grandi vini, proposti anche al bicchiere, di Giacomo, sarete felici con il marbrè di lepre o lo sformatino di topinambur su crema di zucca, poi con i marubini ai tre brodi o con quel risotto con porcini freschi che, buono com'è, da solo vale il viaggio. Poi con quel rognone di vitello trifolato che, ahinoi, nessuno fa più, e che qui è di bontà commovente, con il baccalà con bruschette di finferli e chiodini (e chi li ha più questi funghi buonissimi?), o ancora con stinco di vitello al forno. In questa stagione non mancano i piatti con il tartufo.
Un formaggio di meditata selezione o una spuma di torrone su cioccolato fuso, saranno il dolce arrivederci di un luogo dove la tradizione splende in sala e in cucina!
È Corona del GattiMassobrio!

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