A Milano nel museo e ristorante che porta il suo nome

La voce comincia a girare: Pavarotti ritorna. O meglio, la sua presenza è oggi a Milano un museo ma anche un ristorante (tel. 0245397657), diviso in una teoria di sale con luci basse, ognuna con grandi foto del maestro alle pareti. Per arrivarci bisogna andare in piazza Duomo e al numero 21 salire con l’ascensore (vi accompagneranno) al quarto piano. Passata una galleria e un desk che smista i visitatori del museo dai clienti del ristorante sarete arrivati.

Il locale non ha vista essendo attaccato alla Galleria, ma l’ambiente è riposante con le arie di Pavarotti in sottofondo che accompagnano questo inno a Modena. Quindi Lambrusco nella carta dei vini (anche se si potrebbe fare di più a questo punto, nella ricerca) con la sorpresa del Lambrusco di Aneri a 35 euro la bottiglia (!). Ma attenzione, i prezzi non devono spaventare perché chi ha voluto questo locale lo ha pensato per un pubblico non necessariamente d’elite. E anche il menu è popolare. C’è il menu via Emilia a 30 euro; il menu “opera completa” a 35; oppure la carta con il tagliere dei salumi modenesi, lo gnocco fritto (ben fatto) oppure i magnifici formaggi dell’azienda Hombre.

Nel menu c’è poi il trionfo dei primi: tagliatelle all’uovo al ragù Bolognese, lasagne all’Emiliana, passatelli in brodo e naturalmente tortellini al prosciutto crudo in brodo o con la panna. In carta quella sera non erano contemplati i secondi, anche se la cucina li aveva previsti: per noi coniglio alla cacciatora e costolette di maiale al Lambrusco. E infine i dolci: tenerina di Ferrara e torta della nonna, ma anche gelato alla crema con aceto balsamico tradizionale di Modena e pinza bolognese. Si sta bene, si spende il giusto. Una bella curiosità.

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