A Milano, le creazioni di Eugenio Boer, un grande interprete della Nuova Alta Cucina Italiana

Si scrive Eugenio Boer. Si pronuncia ÈuNgenio Boer! Si, è un genio, Eugenio Boer. Classe 1978, curriculum prestigioso con gavetta e professionalità acquisita alla scuola di grandi maestri, oggi è chef patron di Essenza (via Marghera, 34 – tel. 024986865) a Milano. Il ristorante è un po’ la sua casa, il suo atelier, il punto di approdo del percorso che lo ha portato fin qui e il pensatoio in cui nascono le idee che sfidano il futuro. Un gioiello il locale, una saletta piena di charme, con pochi tavoli, apparecchiati in modo impeccabile, per pochissimi coperti, con un piccolo dehors per la bella stagione. Messaggio chiaro, benvenuti in una sartoria del gusto.

E che qui l’accoglienza è di casa, ve lo confermerà subito l’attenzione di chi vi seguirà, nel nostro caso Ivan Guarino, con un servizio che si svelerà tra i migliori che vi possa capitare di avere. Il bello però deve ancora arrivare. Perché le sorprese, meglio le emozioni, verranno dai piatti. Boer dice “la mia cucina sono io”. È così. Nelle sue creazioni, il racconto della sua storia, con i genitori originari di Olanda e Italia, la nonna sempre ai fornelli, Sicilia e Germania, piuttosto che Toscana e Alto Adige, dove è cresciuto professionalmente, fino a Milano, che ora è la sua città. Seppur alla soglia dei primi ‘anta, tra i pochi ad avere stima di un gran numero di colleghi di cui parla come fossero loro i grandi e lui il giovane che ha tanto da imparare (quindi, umile vero, e pertanto grande vero). Nel piatto mette la sua maturità, la sua tecnica formidabile, la sua creatività. In una parola, e certo la cosa più importante, il suo cuore.

E che è così, ve lo dirà il benvenuto, una scala reale di piccoli assaggi, che sono riassunto della sua vita in sapori e profumi, con Liguria e Olanda celebrate con deliziose madeleine con pesto e olive taggiasche e ghiotte bitterballen, gli omaggi a due suoi maestri, con tartare di salmerino dedicata a Norbert Niederkofler e strepitosi macaron di cuore e fegato di piccione dedicati a Gaetano Trovato, per finire con somma cialda di riso giallo e Parmigiano in onore di Milano.

A questo punto potrete “ascoltare” la melodia delle sue poesie, godendovi “Quaglie&Prugne” (quaglia, umeboshi. Nocciole del Piemonte, sedano rapa e foi gras), “Lièvre à la royale” (tagliatella di pasta fresca al civet ragout di lepre foie gras), lo strepitoso “Piccione in vacanza in Polonia” (piccione in tre cotture pierogi rapa bianca fieno e wodka) o la golosa “Cotoletta&Appelmoes” (cubo di vitello e composta di mele al limone di Amalfi). Aperto il “cassetto dei dolci ricordi”, i dessert, chiuderete una sosta che non vedrete l’ora di ripetere! Uscendo, con noi direte, Eugenio ÈuNgenio!

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