Dai Niccoli, dove mangiava Montanelli, una cucina del cuore che conquista

Per i millennials, che sono digitali e usano la sharing economy, essere al tavolo dove ogni giorno sedeva il grande Indro Montanelli, forse, non sarà particolare attrattiva. Ma dopo essere ritornati da Elio La Tavernetta (via Fatebenefratelli 30 - tel. 02653441) a Milano, siamo certi che anche i più giovani, se ci verranno, saranno conquistati dai piatti, commoventi, golosi, ormai introvabili, tutti sapori e profumi di questo baluardo di gusto toscano all’ombra della Madonnina.

È stata un’emozione, e grande, scendere ancora una volta i pochi gradini che portano ai tavoli della famiglia Niccoli e ritrovare il figlio Marco con la moglie Monica, al posto che per decenni è stato dei genitori. Quasi come il tempo si fosse fermato, è stato un piacere essere seguiti in sala da camerieri, oggi come ieri, in giacca bianca e papillon nero, a dire di come qui il cliente, chiunque sia, è rispettato. Ma se è stata una gioia avere il conforto di sapere che ci sono ancora persone che fanno i ristoratori con passione e con la consapevolezza di essere custodi di un’identità. E se ha scaldato il cuore vedere che stile e professionalità sono sempre cuore del servizio. E ancora, se per chi, come il sottoscritto, ahimè, non certo più ventenne, è stato vero coup de coeur, il colpo d’occhio dei tavoli con le tovaglie immacolate, apparecchiati in modo impeccabile e, all’angolo, la nicchia con protezione in ferro battuto dietro a cui sono custoditi la macchina per scrivere, un biglietto autografo e una foto di Indro Montanelli, dietro al tavolo dove sedeva ogni giorno.

Per chi scrive, non solo è stata esperienza emozionante ritrovarsi a pranzare proprio dove lo faceva tutti i giorni il grande “Cilindro”, ma è stata gioia vera rigustare bontà che oggi rischiano di scomparire, esiliate dalle cucine da piatti senza senso. Quando verrete qui, la vostra felicità avrà il sapore di una pappa al pomodoro da leccarsi i baffi o di una ribollita come si deve. Quindi di una sontuosa bistecca alla fiorentina o di quel peposo di Chianina con polenta o di quella cioncia di Pescia, che son due capolavori che non trovate più da nessuna parte. Per i ghiottoni fegatelli coi rapini o scottiglia.

Il dolce arrivederci, perché qui vorrete tornare, eccome, sarà con cantucci di Prato con Vin Santo, brigidini di Lamporecchio, cialde di Montecatini o castagnaccio. Questo è gusto italiano! Questa è vita!

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