A Madignano, un'accoglienza calorosa, una sala dal fascino antico e i piatti della cucina cremasca

Se decidete di dedicare uno o più giorni a un itinerario legato al romanico tra Lodi e Crema mettete nel tragitto – come fosse un'architettura, un'opera d'arte – il ristorante Da Bassano (via Lago Gerundo, 15 - tel. 0373658920) a Madignano (Cr), vero lasciapassare per questo territorio per certi versi unico, ideale anche per approfondire la curiosità per la cucina cremasca.

Perché proprio Bassano? Perché Bassano non è un ristorante, è un mondo, geografico, culturale, gastronomico e molto di più. Innanzitutto (e qui è doveroso spezzare una lancia) l'accoglienza: non l'oste burbero e taciturno come talvolta si legge, ma un vero appassionato che abbiamo trovato ad attenderci sulla soglia in una serata piovosa e che, la prima cosa che ha offerto, è stata una ciotola d'acqua al nostro cane, animale non solo ammesso ma benvenuto rispetto a tanti altri locali.

E poi l'antico fascino dell'unica sala con lampade negli angoli che sembrano provenire da qualche maniero, i piatti appesi di remoti servizi, le spiegazioni esaurienti sulle portate e sui vini, con una presenza costante ma mai invadente.

L'inizio è stato con salame cremasco e salumi con cipolline in agrodolce e frittata rugnusa (fatta al momento) con salsiccia locale accompagnata da rosolaccio (papavero selvatico) ripassato in padella, piatti autentici e gustosi.

Ai primi è d'obbligo assaggiare i tortelli cremaschi, piatto originale e appannaggio della sola Diocesi di Crema, costituita a partire dal 1480 ad opera della Repubblica veneziana che ne vantava il possedimento; e il loro ripieno ne tradisce la discendenza, visto che è composto da amaretti tritati di marca Gallina, noce moscata, mostaccino (biscotto speziato cremasco a losanga), formaggio Grana, buccia di limone grattugiata, mentine (pastiglie di menta), uva passa e cedro candito, ingredienti di cui la Serenissima faceva gran commercio e sui quali ha avuto un monopolio secolare. Noi li abbiamo trovati veramente ottimi, unici, profumati e non stucchevoli, come altrettanto soddisfacente è stata la minestra di pasta, fagioli e zucca.

Ai secondi troverete sia pesce (come il leggerissimo baccalà con cipolle) sia classiche preparazioni di carne, come il capunet di verza con salsiccia accompagnato da mostarda, le lumache e l'oca con le verze. D'obbligo una visita nella bella stagione per assaggiare il vitello riposato in salsa tonnata, cioè il pezzo del magatello tagliato alto e adagiato nella salsa fatta da poca maionese e tanto tonno.

Finale con assaggio di cioccolato al 70% e caramelle assortite prima dello spettacolare gelato alla crema antica, l'araba fenice del gelato, con profumi e gusti dimenticati tranne qui. Al momento del caffè sceglierete da un'apposita carta una delle tre miscele, prima di dedicarvi ai numerosissimi liquori e distillati italiani e non.

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