A pochi minuti dai padiglioni di Rho Fiera, il locale della famiglia "#DOP" Poli dove le materie prime sono a “Km vero” e la cucina di Vincenzo Marconi uno spettacolo di gusto

Squadra che vince, non si cambia. Ma il segreto di una grande squadra, per continuare a vincere, è sapere cambiare, migliorarsi, sempre, senza cullarsi sugli allori. La visione #DOP (Denominazione di Origine Poli), dal 1968, è il vero successo del Ristorante La Fornace (S.S. Sempione 241 ang. Via Silvio Pellico - tel. 0331518308) il locale della Famiglia Poli a pochi minuti dai padiglioni di Rho Fiera, a San Vittore Olona (Mi). I Fondatori di allora, papà Marino e mamma Antonia, i figli Luigino e Marco. Ora Simona e Tiziana, sono la vera guida del gruppo #DOP e nell’Hotel Poli, al cui interno è ospitato al piano terreno il ristorante, qualche anno fa, hanno chiamato in squadra con loro un grande cuoco, Vincenzo Marconi, in curriculum esperienze con i più autorevoli “maestri” (uno per tutti, Gualtiero Marchesi) e da anni a sua volta figura carismatica e punto di riferimento per un gran numero di giovani, oltre che noto volto televisivo, a motivo della sua partecipazione, dalle prime edizioni ad oggi, alla Prova del Cuoco su Rai 1.

Con lo spirito di un “mister” sapiente, Marconi ha voluto al suo fianco ai fornelli, Davide Rampini, e con lui Luca Gallazzi, Cristina Abbatinali, Fabio Rossini, Nicolò Rusco e Marco Formisano, formando una brigata vincente. In sala, Simone Marchetti, Valerio Rizzelli, Andrea Paci e Claudia Giudici. Con loro è iniziato un cammino che, anno dopo anno, con una crescita continua, ha visto il team raggiungere l’eccellenza. In un settore, come quello della ristorazione, dove, ahinoi, i locali aprono e chiudono, e in cui le esperienze di cuochi e personale di sala sono sempre meno continuative, la lungimiranza di andare controcorrente, puntando sul valore delle persone, dando vita a un progetto di ampio respiro, il “genio” dei Poli. Cui si deve anche la scelta che oggi suona quasi come rivoluzionaria, di credere nel territorio, con l’invenzione della Denominazione di Origine Poli, ossia, nella volontà di usare i prodotti di piccoli produttori locali di valore dei dintorni. Con costi, che, come potete immaginare, son differenti da chi si approvvigiona dai famigerati “camioncini”, ma con una qualità delle materie prime che è formidabile, e una soddisfazione della clientela, che, quale giusto premio, qui fa tappa fissa.

E allora, quando verrete qui, accomodatevi nella bella sala, di eleganza classica, con i tavoli apparecchiati in modo impeccabile, e seguiti con attenzione e professionalità, godetevi la cucina di Marconi che è mix geniale e goloso, di tradizione e creatività, con un repertorio che spazia, con eguale talento, dalla terra al mare. Per voi coscette di quaglia in crosta di pane soia al lime fagioli al chili tortilla e cavolo rosso burrata e guacamole o verticale di crostacei. Poi, riso, con risotto al plancton marino gambero rosso alla coque e sale nero delle Hawaii, o tagliatelle di grano kamut alle ortiche bottarga Trikalikos e briciole di pistacchi. Quindi, pesce con pescato del giorno o carne con quel reale di manzo CBT Scuola Agraria Ferrazzi e Cova e spuma al Montebore che è anche Piatto del Buon Ricordo, la prestigiosa associazione di cui La Fornace fa parte. Finale a tutta gola con strepitosa sfera al cioccolato con sbrisolona fiori eduli e zabaione al Baileys.
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