Nuova vita per questo castello antico che guarda la Val d’Orcia, alle spalle della bella Abbazia di Sant’Antimo. Siamo a Castelnuovo dell’Abate, frazione di Montalcino vicina al confine con la provincia di Grosseto. Pochi chilometri e siete a Seggiano, sulla strada del Monte Amiata, oppure a Castiglione d’Orcia. Insomma le terre delle doc Orcia e Montecucco, che annoverano dei sangiovese emergenti. Ma al Castello di Velona (località La Velona – tel. 0577839002), col sangiovese, fanno il Rosso di Montalcino e il Brunello, che accompagnano poi un cucina che per noi è stata una sorpresa.

Non siamo nuovi a questa sosta, fra le più belle d’Europa, con 46 camere, dotata di spa, piscine, spazi comuni all’interno di queste mura antiche e due luoghi dove mangiare: il ristorante con vista dai bastioni sulla Val d’Orcia e il locale che serve la piscina. Ma anche le colazioni saranno fantastiche perché nel team di cucina c’è un pasticciera bravissima. Nuova vita dicevamo perché la proprietà, da neppure un anno, ha deciso di tenere aperta questa struttura (amatissima dagli stranieri) il più tempo possibile, quindi anche nei mesi invernali. E poi nuova vita perché il giovane cuoco di origini siciliane, Dario Abbate, ci ha dato il riscontro di una delle migliori tavole di questa estate.

Provare per credere, i calamari ripieni con guazzetto di piselli freschi e cavolo scottato, ma anche i gamberi con caviale di melanzane affumicate e burrata. Hanno anche la battuta di chianina con uovo di quaglia e scampi e carciofi con crema di patate e zenzero e briciole di guanciale stagionato. Da andare giù di testa, fra i primi, le busiate trapanesi alla Norma, ma anche la pappa al pomodoro ha avuto un’ottima esecuzione, mentre i ravioli di ricotta e melanzane con salsa di pomodori freschi e alici scottate è un altro piatto d’autore che difficilmente dimenticheremo. Fra i primi non bisogna dimenticare anche i pi(n)ci al ragù di salsiccia e briciola di pane e il risotto mantecato alle erbe con crudo di gamberi e bottarga. Pesce e carne fra i secondi: per noi il branzino con salsa alla livornese, cozze e vongole e cialda croccante al nero di seppia e il maialino di cinta senese con guanciale del Monte Amiata, cake di patate e mele, salsa al pepe di Timut. Ottimi entrambi, anzi radiosi. Altri piatti nel menu, il lombetto di agnello all’eucalipto con peperoni dolci e pancetta speziata, il piccione e foie gras con scalogno caramellato e spinaci freschi con salsa al vin Santo. Fra i pesci: la ricciola in granella di pistacchio, filetti di pomodoro, cipollotti e scampi cotti al carbone. Chiuderete felici coi dolci: tortino al gianduja con gelato al pistacchio di Bronte; tiramisù estivo; semisfera di mousse al cioccolato con cuore d’arancio e croccante ai cereali. Il cuoco è davvero molto bravo, ma anche il personale di sala, spigliato e preparatissimo. Insomma bisogna venirci quanto prima, almeno prima che lo scoprano gli ilcinesi. Ma forse non c’è tutta questa fretta, almeno da parte degli ilcinesi, che ancora non annoverano questa meta fra le prime del territorio.

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia

ilGolosario Ristoranti 2024

DI GATTI e MASSOBRIO

Guida ai ristoranti d'Italia