Una location di indubbio fascino, Palazzo Gozzani Treville, per piatti ben eseguiti a prezzi onesti

“Crediamo nella semplicità, ma non nella banalità; crediamo nell’ospitalità come fattore di amicizia”... e via di questo passo. È l’incipit del menu di questo ristorante ambientato in un palazzo storico di Casale Monferrato (Al), gestito da Nicola Mecca che ha portato in cucina Daniela Palestro, figlia del noto Gioachino Palestro di Mortara, conosciuto per i suoi prodotti d’oca. Una famiglia d’arte, quindi.

Ma l’Accademia ha dentro di sé anche il fascino della location: Palazzo Gozzani Treville che, per la prima volta durante Golosaria Monferrato, sarà interamente aperto al pubblico. Presa dunque via Mameli (al n. 29 - tel. 335 5452237-0142 452269 - www.accademiaristorante.it), dopo il Municipio, sulla destra, ecco il portone antico che immette nell’androne. La grande scalinata è sulla destra e porta nelle sale del ristorante, che sono raccolte, solenni. Se qualcuno ha timore a entrare in un posto così, si lasci convincere da almeno due cose: i prezzi onesti e alcuni piatti eseguiti veramente bene. Come i generosi agnolotti, che qui hanno denominato del plin, anche se non hanno nulla a che vedere con quelli piccoli delle Langhe. Qui sono delle invitanti piramidi, con un ripieno buonissimo e generoso di carni e un condimento con burro salato e timo. Fantastici, valgono il viaggio!

Ma andiamo con ordine. Il pane e la focaccia sono fatti in casa e serviti con una crema al gorgonzola stracchino e Champagne. Da manuale saranno il vitello tonnato e la carne battuta a coltello con salsa al tuorlo d’uovo, che danno piena soddisfazione. Sfiziosa la scelta di mettere in menu le lumache alla Borgogna; eccellente il torcione di fegato d’oca con composta di mela cotogna e melone, accompagnato da cipolla rossa in agrodolce, mela alla montacarlo e pan brioche. Soddisfazione vera!

Fra i primi, oltre agli agnolotti, meritano gli gnocchi di patate e barbabietola con calamari e profumo di aneto, mentre non manca il risotto al limone, la crema di cavolfiori con baccalà mantecato e quei ghiotti tajarin con pomodoro, acciughe e sbris con leggera piccantezza.

Cinque le proposte di secondo: la coscia d’oca con salsa all’arancia e patate al forno (ottime e croccanti), le costolette di agnello con salsa monferrina e radicchio trevisano: la prima un poco asciutta, le seconde con qualche punto di grasso in più. Altre scelte: la guancia di vitello “alla nostra maniera”, il filetto di maiale alle prugne e salsa alla liquirizia, il polpo spadellato con crema di ceci e olive.

Per quanto concerne i vini, qui ci sono etichette valide: le migliori del Monferrato, ma anche di altre parte d’Italia. Non è una vasta carta dei vini, ma con etichette giuste per accompagnare bene il menu. Oppure i formaggi della selezione Cecconello di Padova, o i cioccolati di Guido Castagna di Giaveno.

Ai dolci assaggiate assolutamente i cannoli dell’Accademia, da una ricetta esclusiva di Nicola (buonissimi!), oppure il bonet. Ci sono anche torta di nocciole con zabaione, crema catalana all’anice stellato, biancomangiare al latte di mandorla e pompelmo rosa. Si parte!

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