Il piacere di una sosta in un locale dove ci si sente a casa ed il gusto è protagonista

Un locale dove bere un signor bicchiere di vino e mangiare qualcosa di buono, senza svenarsi a Milano? Un indirizzo all'ombra della Madonnina dove il vino sia protagonista, e non per modo di dire, ovvero in cui a bicchiere non venga servito "petrolio", ma bianchi rossi e bollicine di pregio, senza lasciare giù uno stipendio? Nonostante l'offerta sia molto ampia, se ci pensate bene, locali così, nel capoluogo lombardo, non sono molti. Splendida, luminosa, eccezione, Aromando (via Pietro Moscati 13 – tel. 0236744172), “bistrot” che è valorizzazione di design, arte, cultura, enogastronomia, sintesi davvero felice dei percorsi dei due titolari, Cristina Aromando e Savio Bina.

Accogliente e geniale l'ambiente, una sala con tavoli e sedie in formica, arredi anni 50/60, radio d’antan e in una vetrina, elegantissimi (e introvabili) bicchieri Baccarat (regalo al patron del maestro del gusto italiano Peppino Cantarelli), insomma un locale dove ci si sente a casa. Di pregio l’offerta golosa. La scelta fatta qui: fare una cucina che valorizzi i grandi prodotti italiani, dando al vino un ruolo da protagonista, appunto. Che questa sia la filosofia del locale lo dice la selezione di materie prime di assoluta eccellenza (chicche su cui poi viene impostato il menu, per questo mai monotono). E soprattutto lo segnala la formidabile teoria di magnum di vini prestigiosi, bottiglie di pregio che non sono solo in esposizione, ma che sono destinate alla clientela, anche a bicchiere (opportunità unica a Milano, che comunque non preclude la possibilità a chi preferisca di scegliersi una bottiglia da lt 0,750, da una selezione a dir poco entusiasmante).

Savio è grandissimo sommelier e qui mette in campo la sua grande professionalità. La sua carta dei vini è uno spettacolo, ogni produttore scelto è frutto di meditate e sapienti degustazioni, e state certi, che se amate il vino, per voi sarà festa grande. In tavola? Arancini con scamorza e senape acciughe e sale, pane carasau con stracciatella di bufala e buzzonaglia di tonno, tortelli al Bagoss con burro e spugnole, coq au vin (gallo cotto in coccio con vino bianco e funghi, che, vi assicuro, vale il viaggio, nemmeno in Francia troverete così buono!), crème brûlée alla vaniglia e arancia. È il "bistrot" numero 1!

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