Bella scoperta nel panorama genovese, nello stesso vicolo dove un tempo sorgeva La Santa di Nino Bergese

È una bella novità di Genova, anche se ha un paio di anni alle spalle. Questo Al Giardino degli indoratori, in un vicolo caro ai gourmet (non lontano sorgeva il ristorante La Santa di Nino Bergese), sta scalando le posizioni del gusto cittadino. Merito di Matteo Badaracco – giovane chef, non ha ancora 30 anni, esperienze alla Peca di Lonigo e al The Cook dei Genova Nervi – e Simone Ferrara (anche lui, esperienza da The Cook), che cura la sala.

Il locale, nel cuore cittadino, è piccolo - all'interno poco più di venti coperti, e un dehors sul vico da una dozzina di posti – semplice, ma non banale. La cucina è creativa, con richiami alla tradizione, e denota una passione dichiarata per gli agrumi, che fanno capolino in molti piatti. Già negli antipasti (€ 11), ad esempio, con l'intrigante sugarello affumicato con zuppa amara di lime e mais. Tra le altre entrate, tartare di angus ostrica e Guinness o cagliata di latte fresco fritta con gelato alla marmellata di cipolla rossa.

Tra i primi (€ 12), interessanti i ravioli di cozze pomodoro e arancio, da applausi le lattughine al limone in brodo di calamari, più scontata la calamarata con pomodoro infornato acciughe fresche e mozzarella di bufala. Tra i secondi (€ 16), felice la personale riproposizione del cappon magro (nella foto). Diverte la focaccetta con coppa e mozzarella di bufala, soddisfa il trancio di pescato insalata di finocchi ed emulsione agli agrumi.

Per chiudere (€ 6), sablé con pompelmo rosa e liquirizia – perfetto per complessità, equilibrio e gusto oppure anguria cioccolato bianco e ginger. La carta dei vini non è sconfinata, ma discreta, il servizio gentile e attento. Non tutti i piatti sono limati al punto giusto, ma la base è più che buona. Insomma, è un locale che potrà crescere ancora.

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