Prodotto dalle cosce di suino nero allevato allo stato brado e stagionato a lungo: ecco uno dei migliori prosciutti d’Italia, premiato a Vinitaly

La coscia è piccola, molto distante dai grandi crudi del nord Italia ottenuti dal Suino Pesante Padano. Anche consistenza e colore al taglio danno l’idea di un prodotto completamente differente, molto più simile ad esempio, a un Cinta Senese. La sua peculiarità è però una dolcezza che si sente lungamente al palato. Le origini sono lontane: sembra che l’allevamento del Suino Nero in Sicilia risalga ai Cartaginesi e che, dopo una lunga sospensione in epoca di dominazione araba, sia ripreso con vigore durante la dominazione normanna a cui si deve in parte anche la prima codificazione dei metodi di lavorazione.

L’allevamento suino, complice lo spopolamento delle campagne e un mercato orientato verso altri prodotti, ha vissuto il suo momento più difficile nel Novecento almeno fino agli anni Duemila quando intorno a questa razza si è costituito un programma di conservazione. Per la particolarità territoriale (presenza di boschi e facilità di delimitazione) la zona dei monti Nebrodi si è rivelata come la principale per l’allevamento del Suino Nero Siciliano. Oggi intorno a questa razza si è costituito un importante progetto agricolo con la nascita di un’organizzazione di produttori (OPAN ovvero Organizzazione Prodotto Allevatori dei Nebrodi - www.prosciuttodeinebrodi.it - tel. 3395275842) e la registrazione di un marchio collettivo per il Prosciutto crudo di suino Nero dei Nebrodi, attualmente prodotto da un centinaio di aziende sparse in cinquanta Comuni delle province di Messina, Enna e Catania. Oltre al prosciutto, che resta il prodotto principale, offrono anche capocollo, pancetta arrotolata, lardo, guanciale e due tipologie di salame: “gentile di maiale” e “dritto di vitello”.

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