La cultivar dalla particolare forma della foglia è l’eccellenza dell’azienda triestina Fior Rosso

Una pianta con le foglie arrotolate a elica per resistere ai forti venti di Bora. In epoca di cambiamenti climatici, le risposte – come abbiamo registrato nei giorni scorsi in riferimento al vino – arrivano sempre più spesso dagli autoctoni.
Anche nel campo dell’olivicoltura un parallelo può essere tracciato e uno degli esempi migliori ci arriva proprio dalle colline intorno a Trieste. Siamo a S. Dorligo della Valle-Dolina, nell’azienda agricola Fior Rosso (Loc. Aquilinia, 420 - tel.  3389186872 - www.fiorrosso.it), una ventina (circa) di ettari popolati dalla Bianchera, varietà autoctona triestina da cui si ottiene un olio particolarmente pregiato, che al naso mostra un fruttato di media intensità, erbaceo con sentori di carciofo, mandorla e pomodoro, mentre al gusto prevalgono le note amare e piccanti.

La storia dell’azienda Fior Rosso, che ha deciso di puntare su una varietà storica, è al contrario abbastanza recente: a fondarla nel 1975 sono stati Gioacchino Fior Rosso, siciliano di origine, e la moglie Adriana Zeriul, che prima hanno rimesso in produzione i terreni di famiglia e poi ne hanno acquisito di nuovi. L’ultimo grosso appezzamento nel Duemila: sotto hanno trovato anche una sorta di discarica sommersa, che dopo una bonifica di due anni, è diventato uno splendido uliveto da 2.300 alberi.

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