Dalla cantina di Terzigno, interpretazioni del Lacryma Christi che conquistano

Viticoltura sostenibile non vuol dire tornare al passato, ma guardare al presente del vino orientando le proprie scelte verso ciò che suggerisce il territorio, pensando a un futuro che sia maggiormente rispettoso degli equilibri che la natura impone. È questa la convinzione che ha maturato il sistema vitivinicolo vesuviano alla chiusura della due giorni che il Consorzio tutela vini Vesuvio ha messo in scena al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Con i produttori dell’area vesuviana che ora guardano con fiducia alle sfide da affrontare, forti del gradimento crescente che vanno riscuotendo le loro produzioni enologiche, sul mercato. Forte l'appeal dei “vulcanici vini vesuviani”, a partire da quelli della menzione Lacryma Christi. A tema, anche la convinzione che la millenaria viticoltura vesuviana è chiamata ad affrontare la grande sfida imposta dai cambiamenti climatici.

«Gli effetti dei cambiamenti climatici sul vino – ha commentato Ciro Giordano, presidente del Consorzio Vesuvio – non riguardano solo le modalità in cui l’uomo svolge il lavoro agricolo. Dobbiamo volgere lo sguardo anche agli interventi sul patrimonio viticolo, in modo da renderlo più adatto alle prossime situazioni climatiche. Tutti insieme dobbiamo essere bravi a trasformare i fattori critici che si intravedono all'orizzonte in opportunità».

Tra le cantine del territorio della nostra predilezione, Villa Dora di Terzigno, poco più di vent’anni di storia vissuti sulla scia della passione di papà Vincenzo Ambrosio, che, operato un sapiente rinnovo di vigne e ulivi di proprietà, ne ha fatto realtà all’avanguardia, coltivando in una splendida cornice di ginestre, pini, giardini con rose e piante ornamentali, otto ettari di vigneto e cinque di oliveto. Commovente il Lacryma Christi del Vesuvio doc Bianco, dal colore giallo oro brillante, al naso affascinante con i suoi profumi di camomilla e timo, in bocca, invitante con il suo sorso armonico e vibrante, con la freschezza e la sua suggestiva sapidità.

Un consiglio. Se vi capita, e avete l’occasione, magari al prossimo Vinitaly (www.vinitaly.com) a Verona, assaggiate millesimi del passato. Saranno emozioni forti!

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