Dalla cantina di San Vito Romano, vini da vitigni autoctoni che esaltano il territorio laziale

Il futuro del lavoro nei campi? Nostro il compito di assicurare il domani, visto che i dati pubblicati in questi giorni dicono che la terra italiana “sparisce” a una velocità di 3 metri quadrati al secondo con un costo per l’agricoltura di 400 milioni di euro all’anno dovuto ai pesanti effetti dal punto di vista economico, occupazionale e ambientale.

Ragioni della perdita del 28% della superficie coltivata nel nostro Paese, la cementificazione, l’abbandono e l’invasione di cibi dall'estero provocati da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole utilizzabili. Di più, negli ultimi quindici anni è scomparsa una pianta da frutto su tre, con il “frutteto italiano” che è passato da 426mila ettari a 286mila, con un crollo netto del 33 per cento.

I risultati sono il degrado ambientale in un territorio dove 7.145 comuni sono a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale. E l’aumento dell’inquinamento provocato da prodotti che devono percorrere migliaia di chilometri prima di giungere sulle tavole. Più che mai da incoraggiare, quindi, il fenomeno in controtendenza, invece, che vede un gran numero di persone dedicarsi alla vite e vino.

È il caso di tre amici, Sergio, Massimo e Riccardo, provenienti da diversi settori ed esperienze lavorative, che, con Alfredo, viticoltore-ingegnere, hanno creato in Lazio, a San Vito Romano, San Vitis, cantina figlia di un progetto che mira alla riscoperta di un territorio con una storia millenaria con la valorizzazione di una serie di vitigni autoctoni rappresentativi come il bellone, il cesanese, la malvasia e il trebbiano.

Detto che i vini, emozionanti, chi vorrà potrà conoscerli nella degustazione organizzata dalla grande sommelier Nicoletta Rossi il 10 maggio dall’Atelier dei Sapori (tel. 3357650714) a Milano. Su tutti il Cesanese. Dal colore rosso rubino, ha profumi floreali, e in particolare di viola, sentori di frutta rossa, con marasca in evidenza , note vegetali e di anice stellato. Caldo e di grande struttura, in bocca è elegantissimo e di lunga persistenza. Che bel vino!

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2023

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2024

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia