È scomparso improvvisamente Gianni Frasi, un grande uomo che ha reso ancora più grande un’intuizione italiana, quella del caffè

Non c’è più Gianni Frasi, stroncato da un infarto nella sua Verona, il 6 di dicembre. Non c’è più quel personaggio particolare, che aveva spinto ai massimi livelli la selezione del caffè e poi quella dei pepi. Non c’è più il suono del blues che lui amava essendo un uomo libero, senza neanche il cellulare o internet, perché il rapporto umano era tutto. Io lo conobbi tanti anni fa e quando decisi di fare il passo di un grande evento pubblico per presentare Il Golosario, nell’inverno del 2000 alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, lui venne con i suoi caffè, facendomi un regalo grandissimo.

Non credo abbia mai partecipato a una fiera con altri produttori, ma quella volta venne, con pazienza, nonostante la ressa di persone che forse non capivano fino in fondo il valore che lui stava comunicando. Lui mi voleva nella sua bottega, al Caffè Giamaica, chiedendo di dimenticare il tempo, perché erano tante le cose da dirci. E più passava il tempo più le cose si accumulavano. E io non riuscivo mai a trovare il tempo (Quanto? Una giornata bastava?). Sta di fatto che non ci siamo più incontrati, perché era abituato a dettare lui le regole del gioco.

Lo faceva con i suoi fornitori, che dovevano passare un vero e proprio esame per avere il suo caffè, che poi diventava un segno distintivo. Imponeva lui le macchine adatte, perché il suo caffè non si adattava “alla qualsiasi”. E il caffè era veramente buono. Nei fornitori cercava il medesimo rapporto umano che voleva con tutti: gli dedicava tempo, cercava di capire se avevano impostato un percorso di qualità. E la sua scelta di diventare fornitore era come una guida. Mi ha colpito vedere il caffè di Gianni Frasi, presentato con il fogliettino esplicativo, nelle pizzerie contemporanee, che lui ha assecondato plaudendo alla loro stessa affermazione.

Un giorno mi fermai in un bar alle porte di Colorno, Del Bello Carico, gestito da un personaggio originale, con una selezione di vino particolare. Quando chiesi il caffè mi diede quello di Frasi. E lì capii che quel posto andava guardato sotto una luce diversa. Era così Gianni Frasi, aveva creato un mondo attorno a sé e se guardava con sospetto i ricchi imprenditori, si innamorava dei personaggi più originali.

Una settimana fa a Verona, Walter Massa, il produttore di Timorasso, era arrivato di corsa per tenere una conferenza nel pomeriggio a Wine2Wine: “Ho fatto appena in tempo, ero da Gianni Frasi”. "E come è andata?" “Benissimo, anche se si è incazzato perché non lo avevo avvisato, ma siamo stati insieme due ore e lui mi ha parlato dell’intenzione di chiudere la lista dei clienti: sold out”. Dopo una decina di giorni è arrivata la notizia della sua dipartita. E mi sono sentito perso: “Ma dovevamo vederci!”. Ero stato il primo al quale aveva annunciato la sua avventura nel mondo del pepe. Quante cose mi avrebbe raccontato. Ma la vita non fa sconti. Quando è l’ora di partire, il biglietto non ha ritorno. Ciao Gianni: grande uomo che hai reso ancora più grande un’intuizione italiana, quella del caffè.

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