La Notizia

La Terra a un bivio e il punto di non ritorno è vicino: il 2020. sono i dati emersi dall’ultimo rapporto WWF che dopo aver monitorato circa 15mila specie denuncia: dal 1970 al 2012 la popolazione globale di pesci, uccelli e mammiferi è diminuita del 58%. Colpa del cambiamento climatico, delle specie invasive, della perdita dell’habitat e di un eccessivo sfruttamento delle risorse d’acqua. Il 2020 è infatti l’ano in cui dovrebbero diventare operative le disposizioni Onu che riguardano anche la biodiversità e che potrebbero invertire la tendenza. (La Stampa) @ A scomparire sono anche le botteghe artigianali. Oltre seimila botteghe scomparse in sette anni: a Torino sono rimaste solo 9 persone capaci di confezionare un paio di scarpe. Sono i risultati eclatanti di una ricerca di Confartigianato ripresa oggi su Repubblica. @ Gli italiani sono più magri del previsto: secondo un’indagine Eurostat sulla popolazione europea, in base all’indice di massa corporea,gli italiani risultano tra i più magri della UE con solo il 10,7% di obesi contro il 15,9% della medie. Il paese più grasso? Malta, con oltre un quarto della popolazione oltre i limiti dell’obesità. @ La vendemmia nel mondo è la più scarsa da 20 anni: i 259 milioni di ettolitri prodotti sono inferiori del 5% rispetto al 2015. A pesare di più la scarsa produzione dell’America Latina per avversità climatiche. (Italia Oggi)

Il turismo in Lombardia e la pasta degli angeli

Buoni risultati per il turismo in Lombardia: nel 2015 sono state registrare un +11% di presenze. Risultato su cui pesa l’effetto Expo (Milano infatti registra +41, decisamente molto meno tutte le altre province) e canalizzato soprattutto dalle prenotazioni on line. (Corriere della Sera) @ Da segnalare il bel numero di Bell’Italia di novembre che percorre da nord a sud l’Italia del gusto.In copertina, a rappresentare la categoria, Massimo Spigaroli, il re del culatello di Polesine Parmense, che sarà anche tra i protagonisti della prossima Golosaria. @ Si chiama Paola Abraini ed è la custode della ricetta ( e delle tecniche) della Filindeu, l’impalpabile pasta degli angeli che si cucina ritualemnte due volte l’anno nel brodo di pecora. Per carpirne i segreti è arrivato anche lo chef Jaimie Oliver, ma non è riuscito a imitarla, racconta la signora sulle pagine del Corriere della Sera.

Con Trenord a Golosaria

Golosaria quest'anno ha stretto un'importante partnership con Trenord, l'azienda dedicata al trasporto pubblico ferroviario di un'intera regione, la Lombardia, che è la più "mobile" del Paese. Come? Istituendo uno speciale pacchetto a 20 euro che comprende ingresso a Golosaria più trasporto Trenord da tutta la Lombardia. Clicca qui per acquistare subito il pacchetto promozionale, in vendita solo online. Ma non solo. Perché a tutti gli abbonati Trenord in possesso di una tessere elettronica, è data la possibilità di acquistare il biglietto online della manifestazione con il 30% di sconto (€ 7 anziché € 10 in loco).

Il Pensiero

Il nostro pensiero come quello di molti oggi va all'Italia centrale ferita da un nuovo terremoto. Colpito il paese di Visso, celebre per il suo pane che celebrammo nel 2004, in un'edizione di Golosaria all'Abbazia di Fiastra con Bruno Lauzi e il ciauscolo marchigiano.

L'assaggio

E’ per i prodotti del Pastificio Artigiano Giuseppe Cocco (Zona Artigianale, 15 - tel. 0872984121) fondato nel 1944 dal Cav. Giuseppe Cocco a Fara San Martino (Ch). Sono tantissime le tipologie proposte: dalle specialità all’uovo, alla sfoglia allo zafferano, alla pasta integrale bio da molitura a pietra, alla linea “anni ‘30”, fino alla pasta di semola, nei formati classici e più originali. Sono tutti acquistabili online, e nelle migliori boutique del gusto italiane. Ma li trovate anche a Golosaria Milano.

Il Vino

E’ la Cuvèè Valentino 185th Door di Rocche dei Manzoni (tel. 017378421) di Monforte d'Alba (Cn). La cuvèe di quattro annate di chardonnay, pinot nero e pinot meunier, ha colore giallo oro limpido, al naso senti la crosta di pane leggera e delicata, ma la sorpresa è in bocca, non solo per l'eleganza che già conoscevamo, ma per quell'acidità particolare che offre il meunier, unito ad una buona sapidità. Un grande brut.