La notizia

Autarchico o frutto dei cambiamenti climatici, salutista o etnico: le tendenze per il cenone di Natale 2015. @ Sempre più street food: sono oltre 8000 le imprese in Italia. La maggior parte gestite da giovani piccoli imprenditori. @ E da due giovani campani l’idea del Capatoast, una catena basata sulla rivalutazione gastronomica del sandwich. @ Il miele si produceva già 8500 anni fa. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature. @ La Cina entro il 2027 diventerà il maggior consumatore di vino del mondo, dopo essere diventata il secondo produttore. @ I ravioli di Giovanni Rana conquistano gli Usa. @ I nutraceutici sono importanti ma non si pensi di vivere solo di questi. Oggi su Sette

Il Natale a tema, i food truck e il Capatoast

Sarà un cenone di Natale a tema, secondo Coldiretti, che individua tra i profili più diffusi quello autarchico (con prodotti di lusso però made in Italy), salutista (con prodotti dal profilo nutrizionale convincente anche per la bilancia), tradizionale (con i piatti della nonna), afrodisiaco (dalle aragoste al tartufo fino ai pistacchi di Bronte), aggiornato ai cambiamenti climatici (ad esempio con l’olio valdostano), futurista (con i prodotti portati sulla stazione orbitante come i legumi di Ustica e le microalghe). (Il Giornale) @ Il 2015 è stato l’anno dello street food, diventato anche fenomeno da esportazione. Ne parla su Il Venerdì di Repubblica Chef Kumalè che porta l’esempio della catena di mezzi Limoncello che viaggia sulle spiagge sudafricane e Mozza & Co a Parigi. Il successo, spiega Kumalè, è contenuto in un investimento mediamente basso (da 20 ai 35mila euro per un’ape) per un fatturato che in un anno può superare i 100mila euro, permettendo di ammortizzarlo facilmente. “Il 70% degli streetfooders è fatto di piccoli imprenditori” scrive. @ Da Napoli la storia di un take away di successo: il Capatoast. L’idea di due trentenni è stata quella di puntare su un sandwich “ostinatamente buono”: in pochi mesi dopo il successo di Napoli si è allargato a Roma, Milano, Padova e Caserta. Nel futuro prossimo la consegna a domicilio sfruttando il web.

Miele aborigeno, ravioli alla conquista degli Usa e la Cina del vino

La produzione di miele compie 8.500 anni. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista “Nature”, che esaminando alcuni componenti chimici intrappolati nell’argilla ha stabilito che già nel Neolitico si mangiava il miele. (L’Espresso) @ Boom negli States per i ravioli di Giovanni Rana. Il gruppo con sede a San Giovanni Lupatoto, nel 2014 ha infatti raddoppiato le vendite in America, passando dai 42milioni di euro di ricavi del 2013 agli 83milioni del 2014. Ma non è tutto: le vendite oltreconfine hanno superato di misura quelle italiane, che invece restano in “stand-by”. (L’Espresso) @ Alla Cina piace il vino, tanto che si conferma il nuovo gigante mondiale del settore. Dopo essere diventata il secondo produttore del mondo, entro il 2027 diventerà anche il maggior consumatore, con i produttori asiatici pronti a lottare con le unghie e con i denti per fare concorrenza agli europei. Ma la qualità scarseggia. (Italia Oggi) @ I “Nutraceutici” sono un progresso interessante, ma amarli troppo può portare più danni che vantaggi. Lo scrive Luigi Ripamonti su Sette, aggiungendo come questi alimenti “arricchiti” di nutrienti “Possono indurre a non mangiare cibi poco attraenti ma importanti per la salute, rendendo meno variata e sana la nostra dieta quotidiana”. (Sette) (Siamo sicuri che Ripamonti conosca la nutraceutica in tutte le sue valenze ? Se andate da Amati a Milano in via Cappellini, la musica è decisamente diversa) @ La fotonotizia del giorno è per il critico milanese in incognito Valerio Massimo Visintin autore della guida PappaMilano appena uscita per il 2016. Come al solito, continua a celare il suo volto, garanzia della serietà delle sue recensioni.

Rubriche

“Anche il giardino può andare in un brodo di giuggiole”. Così titola il suo pezzo Paolo Pejrone, che su La Stampa scrive del giuggiolo, un frutto dimenticato in Italia ma molto apprezzato in Cina, dove se ne contano 40 cultivar differenti, che però “Non dovrebbe mancare nei frutteti”. @ Poi Luciano Ferraro, che sul Corriere descrive l’effetto della musica rap sulle vendite del Moscato d’Asti. Caso eclatante è quello del celebre musicista Jay-Z e dei colleghi, che cantando (e bevendo) il vino astigiano hanno fatto crescere le vendite negli USA. Mentre in Russia crolla il mercato. @ Intanto, Gianni e Paola Mura recensiscono i piatti della Locanda delle Grazie di Curtatone (Mantova), nostra corona radiosa del GattiMassobrio, mentre da bere consigliano il 17 Valpolicella Ripasso 2011 e prodotto a San Pietro in Cariano (Verona) da Giampietro Zardini. @ Sosta golosa anche per Enzo e Paolo Vizzari, che su Espresso raccontano la cucina del ristorante Imago at The Hassler di Roma, mentre per Altre Tavole propongono il Camilla’s Kitchen di Torino e la Cantina di Porta Romana di Teramo. @ Consigli alimentari per Caterina e Giorgio Calabrese, che su Sette parlano dell’utilizzo dell’oro in cucina. “Fa bene alla salute - scrivono - e decora i piatti con grande stile. (…) Nel Cinquecento la pratica di coprire d’oro gli alimenti si diffuse al punto che a Padova dovettero emettere un’ordinanza che ne limitava l’uso a due sole portate per ogni banchetto nuziale”. @ Infine, sul Quotidiano della Calabria, una bella recensione di Gianfranco Manfredi sulla Degusteria Magnatum del delegato del Club Papillon Francesco Saliceti. Una "Fantastica antologia di ghiottonerie da intenditori (...) Che fonde cucina di qualità e selezioni di chicche, acquistabili come in negozio". Il voto? 14.5/20. Bravi!! 

L'assaggio

E’ al ristorante Perbellini (via Muselle, 130 - tel. 0457135352) di Isola Rizza (Verona). Una Corona Radiosa del Gatti Massobrio, che ha festeggiato il suo primo anno di vita nuova. In cucina il bravo Francesco Baldissarutti crea piatti che vanno dalla crema di fagioli dell’occhio con mazzancolle grigliate e rafano cren al risotto mantecato con i peperoni cotti allo spiedo, vaniglia Bourbon e lime, dal guanciale di maiale di “Mora Romagnola” al cremoso al mango e salsa alla liquirizia. Su ilGolosario.it l’approfondimento di Paolo Massobrio.

Il Vino

Lasciamoci per le feste con un Lambrusco vendemmia 2012 prodotto con rifermentazione ancestrale. Questo di Gavioli (tel. 059222014) di Nonantola (Modena) è come i Lambrusco che bevevano i nostri vecchi. Ha colore rosa e una spuma generosa. Al naso senti i frutti di maggio, in bocca è piacevolmente secco, ricco, intrigante. Il massimo con il cotechino.