La Notizia

Chi aprirà un ristorante, bar o negozio nel centro di Firenze dovrà vendere almeno il 70% di prodotti toscani con marchio Dop, IGP o inseriti nell’elenco delle tipicità locali. E’ la “gastro-crociata” intrapresa dall’amministrazione comunale per contrastare l’invasione di kebabbari e cibi etnici, ma che rischia di colpire anche i promotori del cibo made in Italy. Tra i fiorentini il fronte è diviso e ad opporsi a questa soluzione è anche Annie Feolde, fondatrice e chef della storica enoteca Pinchiorri, che dice: “Il Pianeta è diventato piccolo. Non possiamo essere così ottusi”.  A darle man forte anche Carlo Cracco, che in un’intervista sulla stessa pagina sostiene che anche il KM0 ha dei limiti. “Giusto tutelare il made in Italy, ma deve vincere l’eccellenza. A Milano altrimenti come faremmo?” (La Repubblica) @ Paese che vai, legge che incontri. Non nel caso della UE, che impone agli stati membri il recepimento regole che spesso sfiorano l’assurdo. Gli esempi si sprecano, soprattutto quando si tratta di cibo; dalle banane lunghe meno di 14 cm alle albicocche con diametro inferiore ai 3 cm che non possono (o non potrebbero) entrare in commercio,  fino alla curvatura dei cetrioli, che dovrebbe essere di almeno un centimetro. Ma mentre esistono restrizioni rivolte a cibi erroneamente ritenuti nocivi - come succede per il nostro Casu Marzu, il formaggio pecorino colonizzato dalle larve di mosca casearia - ci sono alimenti che non sono soggetti a divieti, e che invece dovrebbero esserlo. Qualche esempio? Brodo di mirauda (serpente), merdocchio (feci della beccaccia) e lattume (gonadi del tonno) tra gli italiani; il retto di maiale per la Francia e l’estratto in brodo dall’organo di renna per la Lapponia, dal potere (pare) altamente afrodisiaco. (Viene da dire: le vie del palato sono infinite) (QN) @ Che caratteristiche hanno le aziende alimentari di successo? Su Avvenire ne parla Pietro Saccò, che analizzando i dati positivi dell’industria alimentare italiana riporta i risultati delle ricerche condotte dagli esperti dell’Università Cattolica di Milano. E scrive: “Le aziende di successo sono quelle capaci di combinare la tradizione con alti livelli di qualità e la forte vocazione all’innovazione”. Tra i segni particolari spiccano invece la fiducia dei dipendenti e del territorio di cui fanno parte e la conduzione, quasi sempre familiare. (Avvenire) @ Dal finto olio alle truffe sulle olive, sempre più spesso vendute colorate, mal conservate e con tipologie diverse da quelle dichiarate. E’ la nuova frode alimentare scoperta a febbraio, che ha portato al sequestro di 85 tonnellate di olive contraffatte, provenienti da Grecia e Spagna ma vendute come italiane. E a fronte di questa nuova minaccia, su Italia Oggi interviene la biologa Elga Baviera, che invita a leggere attentamente le etichette e aggiunge: “Se si opta per un prodotto biologico o naturale, controllare sempre che tra gli ingredienti non compaiano codici di additivi”. 

Orti sui tetti nella città del futuro e il Rinascimento del vino

La città del futuro è verde, eco-sostenibile e smart. Ne è convinta la giunta comunale di Torino, che ieri mattina ha approvato una modifica del regolamento edizilio che incentiva la realizzazione dei “tetti verdi”; una piccola grande rivoluzione che sta già spopolando in città come Londra, New York e Shangai e che sembra volersi affermare anche in Italia. “Il tetto verde - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica di Torino, Stefano Lorusso - “oltre a garantire vantaggi per l’ambiente, consente di modulare il deflusso dell’acqua piovana in caso di forti precipitazioni”. (La Stampa) @ Novità in casa Campari. Il gruppo italiano ha rilevato il 17,9% di Grand Marnier e ha lanciato un’Opa al prezzo di 8,05 € ad azione per prendere il controllo della società di liquori. L’operazione consentirà all’azienda di aprire nuovi spazi anche negli USA, mentre la Borsa brinda all’impresa: il titolo Campari cresce del +2,1% a 8,52 euro. (La Stampa e Il Corriere della sera) @ Il vino rosso Nibiò rischia di restare senza nome. Ad opporsi fermamente al percorso di riconoscimento intrapreso dall’associazione Terra del Nibiò è il Consorzio del Barolo, per cui “Il nome Nibiò è troppo simile a un altro vino noto, il Nebbiolo, e rischia di creare confusione tra i consumatori”. Ma nonostante l’accoglimento dell’istanza del Consorzio da parte della Regione, il vino continuerà ad essere prodotto e i suoi sostenitori annunciano: “Non ci arrendiamo di certo. Non possiamo disperdere una grande risorsa economica e culturale del territorio” (La Stampa) @ Da Sondrio al Giappone per portare il vino della Valtellina anche in Asia. E’ la storia di Isabella Pelizzatti Perego, l’ ambasciatrice della Valtellina che con l’ azienda vitivinicola Ar.Pe.Pe (recensita ieri sulla nostra pagina Facebook "I Vini del Golosario") ha superato il 60% delle esportazioni. E che nell’intervista su QN confida: “Non è stato facile per una donna farsi strada in questo campo. Mi impegno per l’azienda, tutta la Valle e il suo  Nebbiolo”. @ Una rassegna internazionale dedicata ai vini toscani. L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi su Italia Oggi lancia un’idea, sulla scia del successo delle anteprime. @ Intanto domani, 17 marzo, cadono i 30 anni dallo scandalo del vino al metanolo. Ne parla Paolo Massobrio su Avvenire, ricordando come da lì sia partito un importante movimento di rinnovamento dell’intero settore, il “Rinascimento del vino italiano". @ Il liquore all’uovo compie 70 anni e torna in voga approdando anche negli Eataly americani. Su QN la storia della distilleria ferrarese Moccia che firma lo Zabov. Attualemente l’export pesa sul 20% del fatturato dell’azienda (proprietaria anche del marchio Punch Barbieri). 

Novità in cucina e functional food

Aria di primavera, aria di cambiamenti. Soprattutto nelle cucine milanesi, che si preparano a lasciare alcuni nomi noti e ad accoglierne altri. Lo scrive Mariella Tanzarella, che su Repubblica annuncia tutte le novità, da Luigi Taglienti che aprirà sul Naviglio il Lume a Enrico Bartolini, che sbarcherà a Milano al terzo piano del Mudec. Poi Giancarlo Morelli, che mantenendo il Pomiroeu di Seregno il 10 aprile aprirà anche la Trattoria Trombetta al Lazzaretto, mentre sulla Darsena Stefano Cerveni prenderà il timone di un bar-bistrot sul barcone, con brioche, panini e street-food dalla mattina alla sera. (La Repubblica) @ Pronto alla partenza è invece Massimo Martina, lo chef 49enne del Fiorile di Borghetto Borbera che questo venerdì si metterà alla prova in una corsa di 25 ore in 4 giorni alla volta del Vietnam. E per nutrirsi porterà con sé anche carne di Fassona e bunet…liofilizzati. (La Stampa) @ Si chiamano “nutricosmetici” e sono bevande o preparati che idratano la pelle, rinforzano le unghie e i capelli oppure contrastano le rughe e gli inestetismi della cellulite. Un mercato già attivo negli Stati Uniti ma che sta conquistando l'Italia, tanto che se ne parlerà anche al Palazzo dei Congressi di BolognaFiere, dal 17 al 20 marzo, nell’ambito di Nuce - Healt World Expo, l'evento che ospiterà 30 espositori oltre a convegni e dibattiti sulla filiera degli integratori alimentari. (La Repubblica) @ Torna in vita il pomodoro Varrone. I ricercatori del politecnico delle Marche hanno infatti recuperato il pomodoro da conserva elaborato fra il primo e il secondo decennio del secolo scorso da Nazareno Strampelli, più noto come padre del frumento Senatore Cappelli. (Italia Oggi) @ Apre a Torino alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (fino al 5 giugno) "Regine e Re di cuochi", una mostra dedicata ai grandi chef protagonisti della cucina italiana: ognuno viene raccontato in un cilindro dove sono rappresentati metaforicamente i suoi segreti. Ma durante tutto l’arco della rassegna anche dibattiti, convegni e - immancabili - cene d’autore.

L'assaggio

E’ da I Caprini - Botega & Cusina (via Madonnina, 11 - tel. 045545058) di San Giovanni Lupatoto (VR). Un locale polifounzionale accogliente e invitante, che unisce la gastronomia (anche da asporto) alla mescita dei vini e al ristorante, con cucina a vista e piatti preparati direttamente dietro al bancone. Tra gli antipasti ecco allora i carpacci misti o la scamorza di bufala, seguiti da primi espressi tra cui gli “aggrappati” Martelli, spaghetti con acciughe del Cantabrico conditi con pomodori confit e serviti con pane di Matera passato al forno e sbriciolato. L'approfondimento di Paolo Massobrio su ilGolosario.it 

Il Vino

E’ l’ Erbavoglio Colline Novaresi 2015 di Torraccia del Piantavigna (tel. 0163 840040) di Ghemme (NO). Un bianco da uve erbaluce (Erba Voglio) che non può vantare quel nome essendo fuori dalla zona di denominazione dell’Erbaluce di Caluso. Però ne ha tutta la stoffa, la finezza, la fragranza. Al palato è pieno, mentre al naso si sentono le note floreali e l’eleganza infinita che solo questa uva sa dare, imponendosi ancora una volta come l’uva bianca piemontese. Complimenti!