La notizia

Via sushi e kabab dai centri storici. L’appello arriva da Coldiretti, che ieri ha portato in piazza a Roma migliaia di agricoltori uniti per difendere l’identità alimentare nazionale sostituendo i i “cibi del mondo” con le specialità delle nostre campagne. Una richiesta sostenuta da una serie di dati presentati dall’associazione, che hanno evidenziato una crescita del +13% per i cibi di strada made in Italy. A guidare la classifica dei “ristoranti ambulanti” è la Lombardia (288 realtà di cibo da strada), seguita da Puglia (271), Lazio (237), Sicilia (201), Campania (189), Piemonte (187), Veneto (161) e Toscana (142). (La Stampa e il Giornale) @ Intanto, Milano si scopre la vera capitale del cibo giapponese. Ma se le delusioni su sushi e sashimi sono sempre in agguato, il capoluogo ne offre anche di fatti a regola d’arte, con locali dove anche gli chef italiani interpretano la cucina giapponese realizzando la loro personale versione, mixata con l’italianità. A partire da Kitchen Society, dove il cuoco Alex propone il suo sushi italiano, e passando per Izakaya Sampei, una vera trattoria nipponica dov’è possibile mangiare il rarissimo takoyaki. Ne parla su Libero Gemma Gaetani. @ “Vengono e dicono bravo, ma con le parole non si mangia. Ci devono pagare il latte per quello che vale”. E’ l’appello lanciato da Luigi Cherico, l’allevatore di Valle Salimbene (Pavia) che ha salvato dall’estinzione le vacche di razze autoctone e che ora ha un diavolo per capello: “Con il latte a 30 centesimi al litro rischiamo di chiudere. Non ci è possibile fare investimenti e non c’è cambio generazionale”. (Corriere della Sera) @ Tempi d’oro per il vino italiano, che continua a crescere trascinando l’intero comparto perché riesce a rappresentare bene il made in Italy ricercato all’estero. A dimostrazione di ciò, la crescita di interesse per le vigne italiane, divenute il nuovo bene rifugio degli imprenditori stranieri, soprattutto tedeschi. Ultimo in ordine temporale Stanislaus Turnauer, imprenditore austriaco di Costantia Industries che ha puntato su Bolgheri, dove ha acquistato la maggioranza di Tenuta Argentiera. Oltre a lui anche Nathan Gottesdiener, che dal 2011 nella Gallura ha fondato Siddura, ma anche Anton Borner, che nel 2004 ha acquistato 80 ettari vitati sui colli di Velletri, Stefan Neuhaus, che ha ridato vita al borgo di Castelfaldi con cantina e frantoio, o la famiglia Rothenberger di Francoforte, che ha acquistato 22 ettari della cantina Icario a Montepulciano. (Corriere della Sera) @ E se da un lato soddisfano i risultati del vino italiano, altrettanto non si può dire per l’Asti spumante, per cui le giacenze toccano quota 500mila ettolitri e i dati di vendita del 2015 sono ai minimi storici. Una situazione che ha spinto l’assessore regionale Giorgio Ferrero a convocare a Torino i referenti della filiera per aprire un tavolo di crisi e discutere del futuro di questo vino, su cui oggi pesa anche la crisi del rublo. La Russia, che negli anni passati si è rivelata il principale acquirente, è entrata in crisi e le grandi cantine non esportano più, sia per la contrazione dei consumi, sia per i ritardi dei pagamenti degli importatori.

Le fragole di Tortona arrivano a Dubai e il business del bambù

Le fragole preferite dal principe Dubai arrivano da Tortona. Lo scrive Valentina Frezzato, che su La Stampa di ieri racconta la storia di Patrizia Lodi e dei suoi gioielli più preziosi: le fragole profumate di Tortona, coltivate in pochi terreni ma ricercate dai grandi chef di tutto il mondo. Ma dove si trovano queste rarità? “Da me alla Carcassola di Rivalta - commenta la Lodi - oppure da altri 7 contadini che hanno appezzamenti di terra intorno a Tortona. E basta”. @ Ma da Tortona arriva anche la miglior granita…siciliana. Lo sa bene Giancarlo Sacco, il titolare della gelateria “Mare di Vho” di largo Borgarelli che al Festival internazionale della granita siciliana Nivarata 2016 di Acireale si è aggiudicato il Premio Caviezel per il miglior gelato al pistacchio e una menzione speciale per la “migliore struttura e valorizzazione della materia prima” alla prova delle granite. (La Stampa) @ Il business del momento si chiama bambù e a giorni anche l’Italia avrà il suo campo più grande. Sorgerà a Sezzadio, in provincia di Alessandria, dove i tre soci Ivan Beltrame, Bader Abdouhi e Monica Nota pianteranno 20mila piante di bambù della specie “gigante” su un terreno di 20 ettari. Ma per cosa verrà utilizzato? “Lo chiamano l’acciaio vegetale perché è resistentissimo - assicurano i tre soci - ma lo si può utilizzare per qualsiasi esigenza: al posto del rovere nei parquet e del teak negli yacht, mentre con le foglie si preparano the, tisane e la polvere di bambù serve per forgiare contenitori in bioplastica”. (La Stampa) @ Dal bambù alla lana utilizzata nella bioedilizia. Parola di Daniela Ducato, l’imprenditrice di Nuoro diventata una campionessa della green-economy grazie a un’intuizione in realtà molto semplice: trasformare i residui delle lavorazioni agricole in materiali per l’edilizia. Come nel caso della lana delle pecore da latte, poco adatta alla filatura ma perfetta come isolante. “In questa storia conta il lavoro di squadra - dice la Ducato - Agricoltori, ingegneri, Coldiretti, ricercatori e universitari. Io sono solo una contadina dell’edilizia”. (La Stampa)

La consolazione del cibo e artigianato italiano in mostra in Cina

Se mangiate per consolarvi la colpa è dei genitori che quando eravate piccoli vi premiavano con il cibo. A dirlo una ricerca della Aston University in Inghilterra secondo cui la tendenza all’emotional eating si forma intorno ai 3 anni. (Corriere della Sera) @ Lo stesso pasto consumato la sera invece che a pranzo fa ingrassare di più e anche la glicemia sale maggiormente. Lo spiega una ricerca apparsa sul British Journal of Nutrition. "Il trucco - spiegano gli esperti - è quello di preferire i carboidrati a basso e medio indice glicemico, da abbinare a carne bianca, pesce, legumi e frutta e verdura". @ Il ragazzo le dà il bacio della buonanotte dopo aver mangiato burro d’arachidi e lei muore per shok anafilattico. E’ successo a una ragazza ventenne di Montreal. La madre ha raccontato la storia (successa 4 anni fa) per lanciare un appello: "Chi soffre di una grave allergia dovrebbe avvertire subito chi gli sta vicino, anche se conosciuto da poco". @ “Una sottile differenza distingue il ristorante DI un museo da un ristorante IN un museo. E al Mudec, Museo delle Culture di Milano, è stata preferita la seconda opzione”. Lo scrive Federico Francesco Ferrero, che su La Stampa di oggi apre il suo quaderno segreto per raccontare il ristorante di Enrico Bartolini al Mudec, il Museo delle Culture di Milano, a proposito del quale confida: “Alcune ricette sono straordinarie, ma manca lo slancio innovativo”. @ Ma su La Stampa è da leggere anche l’intervista di Alberto Mattioli a Massimo Bottura. “Non vado in tv perché non ho mai ricevuto la proposta giusta. Ci sono troppe urla e schiamazzi - dice lo chef - Il più grande di tutti? Pellegrino Artusi. Ha provato, messo a punto, codificato la cucina del popolo italiano, la tradizione.” E aggiunge: “Un grande ristorante dev’essere formativo come un museo”. (La Stampa) @ La qualità e la bellezza dell’artigianato italiano saranno protagoniste con Artimondo Italian Lifestyle Experience della quarta edizione della “China South Asia Expo” e della Kunming Import and Export Fair in programma a Kunming fino al 17 giugno. Artimondo Italian Lifestyle Experience promosso da Ge.Fi - Gestione Fiere Spa sarà l’unica presenza italiana ed europea nella rassegna e offrirà ai visitatori e ai buyers la possibilità di conoscere e di acquistare i prodotti del food, del fashion e del furniture. “Ogni singolo prodotto è in grado di trasferire, a costi accessibili, l’esperienza del bello e del buono delle eccellenze del food, della fashion e del furniture. - ha dichiarato il presidente di Ge.Fi. - Gestione Fiere Spa, Antonio Intiglietta.

L'assaggio

All’ Osteria Don Abbondio (p.zza Guido da Montefeltro, 16 - tel. 054325460) di Forlì. Un punto di riferimento per i golosi della città, dall’aspetto informale ma con una proposta per nulla scontata. Tra i piatti da non perdere il tagliere di mora romagnola - un assaggio quasi obbligato in Romagna - i passatelli con cozze e broccoletti, le lasagne di salsiccia matta e radicchio e la trippa di bovina romagnola con verdure e parmigiano reggiano. Su ilGolosario.it la sosta di Piergiuseppe Bernardi.

Il Vino

Il Maremma rosso “Francesca Romana” 2011 dell’azienda Terenzi (tel. 0564599601) di Scansano (Gr). Da uve merlot, cabernet sauvignon e petit verdot cresciute in Maremma, questo rosso scende nel bicchiere con un rubino quasi brillante con qualche riflesso granato. Al naso la frutta rossa è polputa, ma anche le speziature si fanno sentire. E accompagneranno il velluto in bocca, per un sorso da Supertuscan che arriva dalla nostra amatissima Maremma.