La notizia

Mollare tutto per tornare alla campagna. E’ quanto succede nel Bel Paese, dove sempre più italiani (e sempre più giovani) scelgono di abbandonare la frenesia della città per coltivare la terra o gestire un agriturismo. La conferma arriva da Coldiretti, secondo cui le imprese agricole in tutta Italia sono 750mila, di cui 70mila guidate da under 35 (+35% solo nell’ultimo anno). Ma non sempre la vita da agricoltori si rivela la scelta più facile, un po’ per il crollo dei prezzi all’ingrosso e un po’ per gli inconvenienti legati al clima. Come ovviare al problema? Occorre scegliere una via innovativa. “I settori che crescono di più sono quelli legati al vino - spiega Domenico Mastrogiovanni di Cia - I piccoli agricoltori dovrebbero diventare non solo coltivatori e allevatori, ma produttori. Una trasformazione possibile, con internet che consente di vendere direttamente al dettaglio, saltano le grandi catene di distribuzione”. (Il Venerdì di Repubblica) @ Via libera all’abbattimento di ulivi anche non infettati dalla Xylella. E’ la decisione presa dalla Corte dell’Unione Europea, che ha stabilito che Bruxelles possa obbligare tutti gli Stati membri a rimuovere le piante potenzialmente infettate dal morbo, comprese quelle sane ma piantate “In prossimità delle piante già infettate” ovvero a una distanza di 100 metri. Una misura che secondo la corte “E’ proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria”, ma che ha già scatenato l’ira degli agricoltori, per cui - tra le altre cose - non è previsto alcun tipo di indennizzo. “Misure drastiche che rischiano di produrre conseguenze inimmaginabili per il nostro paesaggio e la nostra economia” è stato il commento del governatore pugliese Michele Emiliano. (La Stampa e Avvenire)

Guerra a colpi di vodka, chef di periferia e gli auguri "speciali" di Mosca

Tra le tante guerre combattute tra Russia e America, la più fredda riguarda certamente la vodka”. Lo scrive Stefano Pistolini, che sul Venerdì di Repubblica parla della globalizzazione dell’alcol e sottolinea come tra i maggiori concorrenti della Russia si siano affermati gli Stati Uniti, dove il business della distillazione vale 6miliardi di dollari, con oltre 500 distillatori presenti. E proprio in America va forte il Texas, dove regna sovrano il modello avviato da Tito Beveridge, rampollo oggi 50enne che avviò la prima distilleria legale dello Stato e che oggi serve la sua vodka anche sui voli della United. E l’Italia? Sull’onda delle produzioni artigianali, sono decine le distillerie che commercializzano gin, con marchi di culto come VIII Hills di Roma, Be8 di Torino, Gino di Savona e Solo Wild Gin dalla Sardegna. Ma anche il whisky non è da meno, come dimostra Puni, il whisky prodotto in Val Venosta che fa già concorrenza alle Higlands. @ Dal re del gin a mister Kamut. Si chiama Bob Quinn ed è l’imprenditore del Montana cui si deve la nascita di Kamut, il marchio con cui vengono commercializzati prodotti come pasta, cracker e farine a base di khorashan, un grano antico dall’elevato contenuto di proteine e sali minerali. “L’Italia - confida Quinn - concentra il 75% della produzione mondiale di khorasan Kamut”. Ma fa davvero bene il Kamut? “La maggior parte delle persone che non possono mangiare grano moderno non ha problemi con il Kamut - prosegue Quinn - Stiamo riscontrando risultati molto positivi, riconosciuti anche dalla comunità scientifica”. (Corriere della Sera) @ I giovani chef preferiscono la periferia; aprire ristoranti lontano dalle complicazioni del centro sembra essere tornato di moda, e se a spianare la strada fu Davide Oldani col suo ristorante nell’hinterland milanese, tra Roma e Milano c’è chi segue le sue tracce e trasloca. A partire da Daniele Usai, che un mese fa ha inaugurato Il Tino alla foce del Tevere a Fiumicino, e passando per Luigi Taglienti che, abbandonati il Trussardi alla Scala e Palazzo Parigi, il 16 giugno aprirà il suo Lume in via Watt, una ex area industriale alla periferia di Milano. (Corriere della Sera) @ Alghe del Pacifico e germogli andini per esaltare il tonno di Carloforte. E’ la ricetta con cui la cucina peruviana di chef Rafael Rodriguez, consulente al ristorante Timé di Milano, ha conquistato lo scettro del Girotonno 2016. (Corriere della Sera) @ Cento anni e non sentirli. Mosca 1916, storica macelleria di Biella, celebra con spirito il suo primo secolo di vita e regala ai concittadini “Acquamantio”, una scultura realizzata dall’artista Daniele Basso. “Un gesto che nasce dal cuore - ha commentato Allberto Mosca - per ringraziare tutti della fiducia e dell’affetto dimostrati in 100 anni”. L’opera è già stata posizionata in piazza Curiel, di fronte alla nuova biblioteca civica della città. Su IlGolosario.it l’omaggio della redazione e di Paolo Massobrio, ieri a Biella per i festeggiamenti. 

Rubriche

Ideale per l’estate, vanta boccioli gotici e vellutati”. Paolo Pejrone su La Stampa celebra la bracteata, rosa “profumata e aggressiva” che arrivò dalla Cina. “Non le si può chiedere di più: vigorosissima, sempre verde o quasi, a lungo fiorita e leggermente profumata. Può fare, da sola, la fortuna di un giardino”. @ Luciano Ferraro sul Corriere della Sera annuncia il debutto di Nizza Docg, l’associazione di Produttori Nizza guidata da Gianni Bertolino (azienda OlimBauda) che raccoglie 43 soci e che da luglio metterà in vendita le prime bottiglie di Nizza Docg. @ Gianni e Paola Mura sul Venerdì di Repubblica recensiscono i piatti de La Commedia della Pentola di Lu Monferrato, sosta storica del GattiMassobrio, e da bere consigliano il Sagrantino 2011 prodotto a Montefalco (Perugia) da Le Cimate, mentre su Espresso, Enzo e Paolo Vizzari raccontano la cucina del ristorante Le Giare di Montiano (Forlì-Cesena) e per Altre Tavole segnalano La Coldana di Lodi e Da Checco di Cori (Latina). @ Infine i consigli alimentari di Caterina e Giorgio Calabrese, che su Sette parlano dei benefici del vino sul nostro cuore. E scrivono: “Chianti, Brunello di Montalcino e Prosecco. In Italia si guarda sempre più alla qualità del vino. Una questione di cultura”.

L'assaggio

Oggi siamo a Bassano del Grappa (Vi), dove si è appena conclusa la prima bellissima edizione di Golosaria in Veneto. In pieno centro, accanto al ponte degli alpini che ha reso celebre la città, si trova la Premiata Fabbrica (via Angarano, 5 - tel. 0424280457), il locale di Massimo Frighetto dove la pizza è protagonista, con impasti a lunga lievitazione, lievito madre e farine Petra. Tra le pizze che valgono il viaggio, la Burrata e Crudo, con burrata pugliese e crudo stagionato 20 mesi, ma anche la Bufala e Acciughe, con le acciughe del Cantabrico. E che dire della Asparagi e Alici, con asparago di Bassano, Puzzone di Moena e alici di Lampara? Tanto gusto, una certezza: la miglior pizza d’Italia parla veneto. Su ilGolosario.it l’approfondimento di Fabio Molinari.

Il Vino

E’ il Cannonau di Sardegna Fudòra di Pranu Tuvara di Cardedu (Og). Dal colore rubino che tende al granato, al naso ha grande complessità con note di marasche sotto spirito, prugne, tabacco e anice, sentori di mirto e macchia mediterranea, mentre in bocca è caldo ma con sorprendente freschezza, equilibrato e di lunga persistenza. Che vino!