A NoLo, quartiere emergente di Milano, il locale di Gunnar Cautero, istrionico patron con l'accoglienza nel sangue, dove la cucina è golosa e la cantina una sorpresa

È sempre un'emozione trovare luoghi di vera resistenza umana. Sono i locali che ci ripagano, e con gli interessi, della fatica del nostro lavoro incessante di ricerca. Sono indirizzi dove si mangia e beve bene, certo, ma soprattutto veri baluardi dell'umano.

L'ultima nostra scoperta, l'Osteria della stazione (via Popoli Uniti 26 - tel. 0228381700 - www.osteriadellastazione.it) di Milano. Come si intuisce dall'insegna, non distante dalla Stazione Centrale, è nelle prima vie del quartiere emergente della città, NoLo, definito la "Brooklyn dei creativi" per la presenza di gallerie d'arte, studi di architettura, e centri culturali.

Bello il locale, ospitato tra mura secolari, e reso caldo dalle travi in legno a vista, quadri, il pavimento in cotto, il grande camino con stemma del locale e il simbolo di Vinarius, a dire che "l'Osteria" è anche enoteca, e soprattuto il vino è protagonista. A rendere speciale questo luogo, tuttavia, il patron, Gunnar Cautero, gigante buono dal cuore proporzionato alla sua stazza, e oste vero, nel senso che piace a noi, ossia personaggio capace di dare un'anima al suo locale, grazie a simpatia, piacere del dialogo, professionalità e passione per le cose buone smisurata. Le sue origini, friulane, la stella polare di cucina e cantina, ricche dei prodotti e dei vini frutto della sua ricerca competente e appassionata.

Ai tavoli con tovagliette di carta, con una delle splendide bottiglie, o con i vini a bicchiere della invitante selezione, avrete frico, originale o con speck d'oca o sclopit e pepe, millefoglie di patate e porcini, pasta e fagioli di Lamon, risotto con il pestat e radicchio tardivo, cjalsons ripieni di guanciale e porcini, omaggio a Milano con costoletta alla milanese o ossobuco (nel caso anche con risotto allo zafferano), stracotto di manzo con polenta, grandi selezioni di salumi, con chicche come il prosciutto di San Daniele con stagionatura di oltre 34 mesi, e formaggi di malga.

Da friulani trapiantati, qui non si è dimenticato il terremoto, e subito è scattata la solidarietà per Amatrice con i piatti a favore delle popolazioni del Centro Italia colpite. Cuore, intelligenza, gusto. Grande Gunnar! Questa è un'Osteria della nostra filosofia!

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