Nel centro storico Mari + Co vale il viaggio

Dimenticherete anche la strada che non finisce più, dopo essere stati in questo locale bellissimo, total white, nel centro storico di Bormio (So). Non solo è quanto di più rilassante esista, ma è un locale della nostra filosofia, perché il cuoco (non chiamatelo chef) percorre ogni settimana anche lui quella strada, a ritroso, per andare a trovare uno per uno i fornitori che lo aiutano a comporre il menu.

Mari + Co (Via Massimo Longa, 5 - tel. 0342 910864 - maryandco.it) ovvero una coppia affiatata (e simpatica) che sta per Mariangela Romani (in sala) e Marco Bergamaschi (in cucina).
Entri e c’è un invitante tavolo quadrato, mentre a sinistra, davanti all’esposizione di promettenti bottiglie di vino, c’è una saletta ristoro con pochi coperti. Una bomboniera, dove ti attira tutto, a cominciare dagli gnocchi che ti salutano al banco di ingresso. Il menu alla carta comprende contorni, acqua e caffè (un piatto a 34 euro, due piatti 42, tre piatti 68; i dolci sono a 8 euro; il menu degustazione di tre portate è di 50 euro). Prezzi altini? Sì, ma assaggiate questa cucina espressa, dove ahimé non offrono il servizio del vino a bicchiere (un peccato!) e poi ditemi se non vi capitava da tempo una cucina così soddisfacente, dove il cuoco “si prepara” per darvi il meglio su ogni portata. Ma quell’insalata dell’orto che ci hanno portato abbondante che prezzo dovrebbe avere? Eppure è un omaggio di freschezza, che dice tutto della cultura di questa coppia di autentici appassionati, eredi degli osti di una volta, che si sono smarriti nella fattura di una cucina seriale, favorita dai camioncini gourmet che ti forniscono tutto sottovuoto (e senz’anima).

Fra gli antipasti si inizia con la selezione di salumi alpini di piccoli artigiani, ma c’è anche quella di salumi padani. Il vitel tonnè alla milanese ha una salsa col tonno rosso di Carloforte, senza maionese, mentre la passata di ceci col cotechino è una tentazione, anche se con il caldo la tinca in carpione sarà perfetta marinata con l’aceto di Sirk.

La prossima volta vogliamo assaggiare i pizzoccheri nel “lavecc” (solo per 2 persone) fatto sul momento secondo la ricetta dell’Accademia di Teglio. Per noi, i ravioli d’arrosto al “Gras de rost” conditi col fondo di arrosto e grana lodigiano, invasi da una neve di formaggio grattuggiato che è peccaminosa (peccato di gola assicurato, anche se è in prescrizione). Gli gnocchi alla gratilora sono fatti con patate e farina macinata a pietra, conditi con ragù di cervo oppure altri condimenti a scelta. Ci sono anche i tortelli di magro e il risotto alla milanese (sempre per due). Piatto unico sarà l’ossobuco col risotto.

E veniamo ai secondi: coniglio grigio di Carmagnola in umido con gremolata alle noci (fantastico!); capretto al forno con purè e fagioli in umido (di più! Cos’è c’è oltre il fantastico?). Quindi cotechino in camicia, petto d’anatra all’uva, manzo California e luccio stufato con le verdure. Per gli amanti dei caci, non perdetevi una verticale di Storico Ribelle, anche per prepararvi a Golosaria Milano (dall’11 al 13 novembre) dove i produttori quest’anno saranno presenti coi loro formaggi stagionati. Dieci scelte di secondi piatti, uno più allettante dell’altro.

Berrete bene, con buone etichette piemontesi e anche Valtellinesi, ma persino chicche rare friulane. Fra i piatti da prenotare, la costolleta alla milanese e il risotto al fumetto con pesce di lago.

Tra i dolci da ordinare senza ritegno: l’affogato al Braulio, la millefoglie di crema diplomatica, e soprattutto il vernisei: castagne cotte nel latte e profumate di vaniglia e rum, con panna montata e cioccolato fondente tritato. Questa sì che è vita!

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