Al 16, l’insegna, ma da 30 e lode l’esperienza che si vive in questo locale di Samarate, scoperta entusiasmante

Segnatevi questo indirizzo. Al 16 (via della Vittoria 16 - tel. 3894413857) di Samarate (Va). Sarà famoso. È una delle nostre scoperte più entusiasmanti di quest’anno.

È un ristorante che i titolari hanno avviato quasi in sordina, badando poco alla loro notorietà e avendo a cuore innanzitutto la soddisfazione della clientela. Con umiltà inversamente proporzionale alla loro esperienza e al loro talento, non hanno scelto il palcoscenico di una grande città, ma il cuore di Samarate. Quando ci arriverete – è facilmente raggiungibile da Milano e Varese, a pochi minuti dal casello di Busto Arsizio e da Malpensa – la chiesetta e le viuzze in cui sfilerete, vi daranno l’idea di essere in una sorta di piccolo borgo, dai ritmi d’altri tempi. Perfino l’ingresso, una porta con due piccoli ulivi e un bidone del latte, avrà il sapore della semplicità.

Solo che da qui in avanti, tutto, ma proprio tutto sarà solo eccellenza. Innanzitutto sarà facilissimo lasciare l’auto, oggi un must. Poi all’interno, la sala da pranzo, arredata con eleganza, non però con quel rigore che fa tanto museo, ma con l’intenzione di fare sentire a proprio agio, quasi si fosse nella casa di chi vi ospita.

Quindi, la carta dei vini, invitante, con una selezione che stupirà per l’intelligenza delle scelte, con un gran numero di nostri Top Hundred e bottiglie a prezzi che invitano a stappare. A dire che qui c’è una marcia in più, sarà quindi il servizio, curato con vera maestria da Mattia Furlato, giovane grande professionista.

Il crescendo di emozioni, arriverà infine al vertice, con la cucina, che a suon di piatti d’autore, vi svelerà l’anima di questo ristorante. Ai fornelli lo chef Stefano Portogallo, un curriculum alle spalle da fuoriclasse – ha lavorato con Ducasse, Berton, Cracco e Marchesi – e oggi guida sicura e titolare del locale con la sua Valentina. Tecnica, gusto, giusta fantasia, le caratteristiche che fanno di lui un grande interprete della Alta Cucina Italiana.

Da un menu che spazia tra terra e mare, per iniziare terrina tiepida di coniglio prugne e aceto di lamponi o crudo ricciola avocado e cruditè, poi pasta, con ravioli alla puttanesca, o riso (evviva, anche per una sola persona!) con risotto ai piselli merluzzo al thè Matcha, di secondo triglia melissa e fave o controfiletto di agnello patate e capperi. Torta al limone e meringa o “Smash! Tarte tatin” il goloso arrivederci.

Piatti dove gli ingredienti sono chiari e ben valorizzati, i contrasti sapienti, la soddisfazione piena. Ciliegina sulla torta, un menu per il pranzo a pochi euro e soprattutto alla carta prezzi umani, cosa per questo livello, rara. Saranno famosi!

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