Birra Follina è la creatura di Giovanni Gregoletto

I Gregoletto nella terra del Prosecco li conoscono tutti. E non soltanto a Premaor, dove ha sede la cantina (il 2 dicembre Paolo Massobrio ha tessuto le lodi del suo Prosecco a Padova, da Florital). Luigi Gregoletto è un signore che, nonostante manchi una sola tacca ai 90, lavora minimo 10 ore al giorno. In questa famiglia del vino, però, c'è chi si è appassionato al malto e al luppolo. È il figlio Giovanni, 54 anni, che nel 2012 ha avviato il progetto della Birra Follina. Era dagli anni '90 che aveva in mente di realizzare birre artigianali. Ma è stato solo l'incontro con il mastro birraio Elio Poloniato a dare il la concreto, con un obiettivo preciso: “fare birre per la ristorazione, di buona struttura e rotondità”, come racconta – con passione infervorata – Giovanni Gregoletto.

Il nome del birrificio è lo stesso del comune in provincia di Treviso dove hanno sede gli impianti, che è poi anche il nome del piccolo corso d’acqua che dona l’acqua purissima impiegata per la produzione della birra. E Follinetta è la birra d'ingresso di questo birrificio. Una belgian blond ale che si caratterizza per la sua bevibilità: il naso è giocato sui lieviti e su note citriche e floreali, mentre in bocca è piacevolmente acidula e rotonda. Si ricorda.

La Sanavalle prende il nome dall'antico nome dell'omonimo paese, evidentemente per sottolineare la salubrità del luogo. È una bionda d'abbazia dal colore ambrato, dai profumi meno intensi di quel che ci si aspetterebbe. All'assaggio, si sente la tostatura dei malti, e una decisa sensazione di liquirizia, per un finale amaricante. La Giana - dedicata al poeta Valentino Zeichen, che ha disegnato anche l'etichetta (letteratura e libri sono un'altra grande passione di Giovanni) - ne è sua naturale evoluzione. Più alcolica e strutturata, di colore ambrato scuro, si presenta con una bella schiuma compatta e risulta piacevole con le sue note di caramello e liquirizia, che persistono a lungo.

Con la Natalina le spezie diventano protagoniste. Nel bicchiere, la schiuma è consistente e compatta. Il profumo è persistente, giocato appunto sulle spezie – buccia di arancio, cardamomo, cannella, zenzero - che ritornano in bocca, con quel che di liquirizia finale che caratterizza le birre di questo birrificio. La produzione annua si attesta sui 400 ettolitri. Le birre sono in vendita nello spaccio aziendale e in diversi locali del Triveneto. Ha debuttato a Golosaria Milano.

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