Da Tenuta di Fessina, vini che raccontano la vera anima della terra della luce e del sole

Esiste ancora la Sicilia raccontata da Pirandello, Sciascia, Brancati, Verga e Guttuso? Ed è ancora la stessa, quell’isola di cui film e fotografie ci hanno trasmesso le immagini in bianco e nero, o è per pigrizia e conformismo che “la terra della luce e del sole” continua ad essere raccontata sempre nello stesso modo? Se ne è parlato ieri allo Steri di Palermo in un incontro dal titolo «Non c’è più la Sicilia di una volta?», evento che ha voluto aprire uno spazio di confronto per provare a dare conto del cambiamento che pure tra mille contraddizioni questa terra meravigliosa ha attraversato. La verità è che questa regione affascinante e ricca di storia, mai come in questi ultimi anni ha cambiato volto. E una delle documentazioni più interessanti di questo nuovo corso, viene proprio dal mondo del vino. Tanti gli imprenditori che hanno investito qui. Un gran numero quelli che oggi hanno risultati d’eccellenza, con la conseguenza che il loro lavoro contribuisce a creare un’economia virtuosa.

Tra le numerose esperienze, quella di Tenuta di Fessina, realtà avviata da Silvia Maestrelli nel 2007 – in collaborazione con Federico Curtaz, enologo tra i più grandi del nostro Paese, e già agronomo di Angelo Gaja per oltre venti anni – con l’acquisto di un vecchio vigneto di nerello mascalese risalente al secolo scorso. 

Particolarità dell’azienda, avere a 670 mt slm le vigne – circa sette ettari –  situate tra due antiche sciare semicircolari, colate laviche del passato che isolano il vigneto come i vecchi muri dei “clos” francesi, creando un microambiente unico. Gioiello della tenuta, un palmento del Settecento in pietra lavica, con l’antica “chianca” (torchio per la pressatura delle vinacce) ancora intatta, dove nasce il vino che è vero e proprio omaggio ai precedenti titolari per avere avuto il coraggio di conservare le vigne sull’Etna. È il cru di Nerello Mascalese Il Musmeci, Etna Doc Rosso. Rosso rubino brillante, ha naso elegantissimo con note di viola, rosa, ciliegia, mora di gelso e fine speziatura, mentre al palato ha buon corpo, equilibrio, sorso setoso e minerale, lunga persistenza. È un vino che racconta la vera anima della Sicilia!  

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