Nonno Luigi, i figli Gabriele e Mario, e i nipoti Luca e Enrico. Tre generazioni per una grande cantina. Cercate la coccinella!

Una scoperta clamorosa. È una delle cose che ci continua a entusiasmare dopo tanti anni di "critica militante". Amiamo il nostro Paese, e per questo siamo rigorosi nel denunciare cosa non va e smascherare i mascalzoni, ma soprattutto ci spendiamo per dare voce e valorizzare chi, invece, le cose, magari con sacrifici enormi, le fa, e bene. Da curiosi quali siamo, amiamo lasciarci sempre sorprendere dal mondo del gusto italiano. E così non passa giorno che in luoghi dove non ti aspetti, incontriamo "piccole - grandi" realtà.

L'ultima emozione viene dall'Oltrepò Pavese. È La Piotta (tel. 0383870178) di Montalto Pavese (Pv), realtà famigliare che oggi vede all'opera insieme tre generazioni della famiglia Padroggi, con nonno Luigi, che nel 1985 l'ha fondata, i figli Gabriele e Mario, e i nipoti, classe 1989 e 1990, appassionati e competenti, i cugini Luca e Enrico. Qui le cose si fanno come si deve, e da trent’anni si coltiva senza l’utilizzo di diserbanti e prodotti chimici, nel rispetto totale del territorio. L’attaccamento alla terra e l’amore, le ragioni che hanno portato alla scelta di proseguire nella produzione di vini biologici, con basso impatto ambientale, e per la quale nel 2005 è arrivata la certificazione ufficiale “da agricoltura biologica”, e lo scorso anno si è aggiunta quella “vegan”.

La produzione e di circa 70mila bottiglie, con ottimi spumanti come il Metodo Classico “Talento”, il Metodo Martinotti “Mille bolle d’Oro” e il Cruasé “Suspir”, e vini tipici del territorio come Barbera, Pinot Nero e Riesling. La novità presentata al Vinitaly (dove La Piotta ha partecipato per la prima volta, nello spazio dedicato alla FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) è l’“89/90”, nuova etichetta che deve il nome agli anni di nascita dei nipoti del fondatore. Rosso fermo da uve Barbera (70%) e Cabernet Sauvignon (30%) nasce da un’attenta selezione delle uve e da un affinamento per dodici mesi in tonneau. Dal colore rubino profondo, ha profumo intenso ed elegante con sentori di piccoli frutti rossi e prugna a cui si aggiungono note speziate e erbacee, mentre in bocca ha buona struttura, eleganza, ottimo equilibrio.

Il nostro colpo di cuore? La Bonarda! Non l'avevamo citata tra i vini del territorio prodotti, proprio per dirne, come merita, del suo valore. Briosa e dal colore rosso rubino carico con riflessi viola, ha spuma rosea, naso di splendida intensità, invitante nelle sue note di ciliegia, frutti di bosco, e in particolare mora, gustosa con il suo sorso succoso, piacevolmente tannico, di grande equilibrio e buona persistenza. Uno spettacolo! Un vino così, il miglior spot per questo fantastico rosso oltrepadano, ahinoi, troppe volte sfregiato da interpretazioni inqualificabili.

Il simbolo de La Piotta, una coccinella, sintesi di rispetto della natura e di lavoro fatto con amore, e delicato auspicio di buona vita. Il nostro invito? Se volete gioia e fortuna, cercate la "coccinella"!

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