Monovarietali e territoriali. Sono queste le due linee che interpretano il percorso nel vino di Cusumano. Per conoscere questa azienda agricola (vasta, siamo a circa 500 ettari) siamo andati in una parte del suo territorio, la Tenuta Ficuzza, 189 ettari di terreno franco argilloso, parcellizzato in 60 micro aree. Caratteristica fondamentale l’altitudine, circa 600 metri sul livello del mare, con grandi escursioni termiche tra la notte e il giorno e la presenza di nevicate invernali. E’ un terreno da bianchi, anzi da uno in particolare: l’Insolia. Noto anche come Inzolia o Ansonica (dal nome del vitigno) in Sicilia ha trovato il suo habitat ideale: è un vitigno dall’ottima vigoria, che si adatta ai terreni aridi, battuti dal vento. Le sue origine sono ancora incerte: c’è chi lo immagina originario della Francia e portato in terra siciliana dai Normanni e chi invece predilige una derivazione araba. Di certo si sa che stiamo parlando di un vitigno coltivato da lungo tempo in Sicilia, che qui, a pochi passi dalla Piana degli Albanesi, ha trovato una collocazione ideale. Il Cubià 2012 è un campione di insolia in purezza, vinificato in botti da 20 hl con permanenza sulle fecce di fermentazione per circa sei mesi e successivo affinamento in bottiglia. E’ un vino che stupisce immediatamente per due motivi: la freschezza e la finezza. Il naso ha una complessità notevole con note di fiori che lasciano spazio agli accenni minerali e addirittura al pepe bianco. In bocca c’è struttura, acidità, mineralità: insomma ha tutte le carte in regola per continuare a evolversi nel tempo. Dell’insolia abbiamo assaggiato anche un’altra interpretazione, meno complessa, con profumi sicuramente più marcati: è l’Angimbé 2014, che vede anche una percentuale di chardonnay (il 30%). La vinificazione è completamente differente: fermentazione in acciaio e permanenza sulle fecce fini per 4mesi, poi la bottiglia. Il risultato è un vino che ha un naso molto intenso, con note di fiori, ma anche frutti tropicali, pesca ed erbe aromatiche. In bocca l’armonia lascia spazio a un vino più nervoso, con una sapidità marcata, molto piacevole. Lo chardonnay sempre dalla Tenuta Ficuzza è anche lavorato in purezza in un vino che guarda dalla Sicilia al mondo. Lo Jalé 2012 è uno chardonnay fermentato in barrique dove resta per almeno sei mesi prima di affinarsi in bottiglia. E’ un vino che non ha la freschezza dei precedenti, ma un corpo imponente. Il naso armonizza le note di pesca e frutta tropicali dell’uva, che a queste latitudini regala questi profumi, ai sentori dell’affinamento, dalla vaniglia al burro al caramello. In bocca è completo, strutturato e minerale. C’è poi il Cusumano, dei grandi rossi e del Nero d’Avola di cui è da sempre uno dei principali alfieri. Un Cusumano da conoscere che ci porta in altri cru, interpretati però nello stesso binomio: territorio e varietà.

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