Moscato di Scanzo, cabernet sauvignon e merlot i vitigni che hanno reso grande questa cantina

La grandezza dell'Italia del vino passa anche attraverso cantine sociali come questa. È la Cantina Sociale Bergamasca (via Bergamo, 10 - San Paolo d'Argon, tel. 035951098 - www.cantinabergamasca.it), da mezzo secolo motore della Valcalepio. Costruita nel 1957 (ma la produzione è cominciata nel 1960), la apprezziamo da anni per una costanza qualitativa invidiabile, nel segno dei vitigni locali – moscato di Scanzo su tutti - ma anche cabernet sauvignon e merlot, che in terra bergamasca hanno trovato territorio ideale per esprimersi.

Oggi raccoglie il lavoro di 150 soci, che si dedicano a 210 ettari vitati, distribuiti su tutto il territorio disciplinato dalla DOC Valcalepio e dall’IGT Bergamasca. La cantina di affinamento è capace di circa 600 ettolitri di legni, di diversa capacità ed essenza.

È entusiasmante il Valcalepio Moscato passito “Perseo”, già premiato tra i vini Top Hundred del 2008, con l'annata 2001. Sono trascorse 10 vendemmie, e l'annata 2011 si conferma grande. Fin dai profumi, dove la nota floreale di rosa, timbro di questo vitigno, si presenta in tutta la sua fragranza, seguito dall'uva passa. In bocca ci piace per il suo equilibrio, nonostante la grande concentrazione. Il residuo zuccherino è piacevolmente contenuto, e la buona acidità contribuisce a rendere scorrevole il sorso. Un grande moscato di Scanzo passito, le cui uve provengono dai vigneti situati sulla fascia collinare che da Bergamo si estende fino al lago d’Iseo.

Tra i rossi “importanti”, c'è la Riserva Vigna del conte Valcalepio doc, blend di cabernet sauvignon (60%) e merlot (40%), prodotta solamente nelle miglior annate. Il 2007, dopo un affinamento in tonneaux di rovere francese, presenta profumi di buona complessità, già virati su note terziarie. C'è la speziatura, un vegetale evoluto, la frutta rossa matura, per un insieme che dimostra personalità. Il sorso è poi rotondo ed equilibrato, con tannini setosi, e discreta acidità. Ma se vi capita, assaggiate anche il SottoSopra metodo classico Brut, da una cuvée di chardonnay e pinot bianco (e un poco di pinot nero). Vi piacerà.

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